Le lezioni sono tenute da ELSA MERSI
E' un metodo molto semplice e piacevole, fondato sulla sensazione e distensione.
Attraverso movimenti semplici e naturali, focalizzati sulla schiena e sulla postura, l'insegnante invita a ricercare il ritmo armonico tra movimento e respirazione, tra tensione e rilassamento, attività e riposo.
Agisce principalmente sull’elasticità muscolare, sulla scioltezza articolare e la coordinazione motoria, l'agilità del corpo nella sua totalità.
Lo scopo è quindi di migliorare proprio quella facilità di movimento che nel quotidiano rende più semplice, economico e fluido il nostro agire.
E' un'attività che tutti posssono fare.
Le lezioni vengono svolte a piccoli gruppi in un ambiente confortevole, con l'ausilio di piccoli attrezzi e della musica.
Ogni lezione dura un'ora ed in genere viene consigliata con una cadenza di due volte alla settimana.
Prendendo contatto con l'insegnante potete fissare una lezione di prova gratuita per capire se questa attività fa per voi.
Una pagina dedicata solo ai soci con un archivio di numerose lezioni registrate che possono essere fatte a casa.
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Il rilassamento è alla base del nostro lavoro, entrare in stato di inazione cosciente, di passività, di distensione muscolare.
Nella vita quotidiana le sensazioni corporee provengono nella grande maggioranza dei casi dai nostri movimenti, eliminati questi può succedere di non provare più niente perché non si ha l'abitudine di concentrare l'attenzione all'interno del corpo; ma, abituandoci alla immobilità, iniziamo a sentire e ad osservare, senza intervenire, i nostri movimenti interni, come la respirazione ad esempio, a prendere atto delle nostre percezioni corporee che affiorano, della differenza e della relazione tra le sensazioni esteriori e quelle degli stati profondi, delle sensazioni piacevoli e spiacevoli e ad accoglierle mentre si manifestano. Gradualmente iniziamo a “dialogare” con il nostro corpo.
Di per sé questa condizione di rilassamento ci mette in grado, in generale, di aumentare la nostra capacità sia di acquisizione di nuove tecniche che di modificare le proprie abitudini; diventa cioè più facile la presa di coscienza di ciò che è importante, da cui consegue una migliore organizzazione del lavoro.
La sensazione del contatto e il lasciar andare il peso del corpo è alla base di questo rilassamento. Ad esempio nello stare sdraiati a terra, attraverso il contatto con il suolo, sperimentiamo la sensazione di sentirsi sostenuti, questa sensazione viene registrata dal sistema nervoso il quale risponde permettendo l'abbandono del peso del corpo sulla sua superficie di contatto.
Il contatto con il suolo è importantissimo per acquistare dimestichezza con questa sensazione di essere sostenuti e “lasciar andare il peso” del corpo sul suo appoggio, sensazione che verrà poi naturale trasferire in qualsiasi altra posizione, da seduti, in piedi, o anche in movimento, poiché in ogni caso noi siamo sempre sorretti.
Se avvertiamo coscientemente questo sostegno sarà più facile lasciar andare il peso e quindi rilassarci evitando tensioni inutili.
Inoltre il pavimento riflette la struttura topografica dell'appoggio. È proprio in base alla pressione del nostro corpo con il suolo che si prende coscienza dei punti in cui esiste una protuberanza o un avvallamento, delle zone dove il contatto è libero e dove invece sentiamo tensione.
L'esperienza fatta sul rilassamento, questo esercitarsi nel lasciare che il peso si adegui al contatto, oltre ad avere dei benefici in sé, come rimedio naturale contro la stanchezza, o contro i dolori causati dalla fatica, indolenzimenti e contratture, ci aiuta a sviluppare diverse capacità per accedere ad un lavoro molto importante: come trovare una postura che non implichi sforzo, come rilassare una parte del corpo pur conservando l'attività in un'altra parte, cioè come mantenere il rilassamento anche mentre ci muoviamo. Naturalmente questo è importante perché ci permette di fare economia delle proprie forze lavorando in maniera più comoda e più facile, non disturbati da tensioni inutili che generano rigidità.
Inoltre attraverso il rilassamento muscolare tendiamo a ridurre le tensioni che intralciano la respirazione.
L'attenzione verso la respirazione e altro elemento fondamentale per il nostro lavoro...
Come possiamo capire se il nostro respiro è libero? Cosa succede al respiro quando facciamo uno sforzo o quando siamo emozionati? Che relazione c'è tra il respiro e la struttura corporea?
Il respiro è allo stesso tempo sia strumento che espressione di un cambiamento strutturale.
Per acquisire comprensione e padronanza della nostra respirazione, come primo approccio, osserviamo la regola di non intervenire e non bloccare questa funzione, ma piuttosto di metterci nella condizione osservarla senza indurre un intervento muscolare attivo.
Osservandone l'ampiezza, il ritmo nelle diverse circostanze, sia in stato di passività globale che in stato di attività o durante le varie posizioni che andremo ad assumere durante la lezione, potremo, nel tempo, renderci conto e prendere atto dei momenti in cui la respirazione diventa difficile o si blocca.
Spesso, durante la lezione invito a osservare la respirazione e a lasciare che questa fluisca nel movimento, per permettere che, nel tempo, movimento e respirazione trovino il modo di armonizzarsi aiutandosi scambievolmente.
A questa presa di coscienza facilmente succede molto naturalmente una spontanea distensione, imparando che possiamo concederci il tempo di respirare!
Talvolta verrano proposti degli esercizi respiratori propriamente detti, cioè una respirazione volontaria come, ad esempio: la respirazione in 4 tempi dove volontariamente si modifica il ritmo e l'ampiezza, ma il cui fine non è quello di portare più aria nei polmoni, ma di prendere coscienza dei meccanismi e degli effetti che la respirazione ha su di noi.
Oltre al contatto con il suolo utilizzeremo anche il contatto e l'appoggio su piccoli oggetti come bastoni, palle o rotoli, che ci permettono di focalizzare l'attenzione su piccole parti del corpo e di “rappresentarci” queste parti. Quanta superficie dell'oggetto sentiamo attraverso il contatto? quanta superficie del corpo sentiamo attraverso il contatto con l'oggetto e a che profondità sentiamo? È attraverso questo continuo “dialogo” con il nostro corpo che riceviamo e accogliamo le sensazioni che provengono dalla zona a contatto e su cui poi possiamo agire. Dopo questo primo contatto possiamo iniziare a esplorare la zona attraverso piccoli e lenti movimenti, ad osservare la relazione tra questi punti e le altre parti del corpo, oppure, ancora, creiamo un movimento che generi un sottile massaggio.
L'elasticità dei muscoli dipende dalla loro capacità di allungarsi e di tornare velocemente nella loro posizione, questa capacità dipende dallo stato di tensione, un muscolo teso è accorciato ed avrà poca escursione sia per esprimere l'ampiezza del movimento sia per esprimere la fase di contrazione, di forza; inoltre un'articolazione circondata da muscoli tesi e corti sarà rigida.
Mediante le posizioni si può capire lo stato di tensione muscolare e come agire per migliorare il suo stato. Ma, come agire? Dialogando con il corpo...
Quando si assume una determinata posizione si lascia passare del tempo lasciando andare il peso sulle sue superfici di appoggio. "Ascoltando" i muscoli, potremmo sentire uno o più punti di tensione, portiamo l'attenzione su uno di questi punti e attraverso il rilassamento lasciamo che il muscolo si distenda. Per giungere alla distensione la cosa più importante è la concentrazione, cioè il modo in cui si usa la propria attenzione.
Normalmente la coscienza si ritira dal dolore e cerca di evitarlo provocando una contrazione muscolare che genera proprio in quel punto una certa insensibilità. Esaminando invece oggettivamente un punto doloroso, e cercandone il centro, si ottiene distensione per il solo fatto di averne fatto oggetto di osservazione.
Successivamente, nel tempo, sentiremo che quel punto inizia a “muoversi” seguendo il ritmo del respiro, lasciamo agire il respiro lì e lasciamo che, nel tempo, questo diventi più ampio. Ogni respiro che facciamo muove tutti i tessuti e le articolazioni, è come un massaggio per il nostro corpo: ad ogni inspirazione ci espande, ad ogni espirazione ci rilassa.
Passando dal rilassamento alle posizioni di allungamento e distensione muscolare arriveremo al movimento più dinamico e a sperimentare come mantenere il rilassamento anche durante l'azione.
Quando parliamo di un movimento armonico coordinato intendiamo un movimento che non impacci le altre funzioni organiche e che garantisca un massimo di efficacia con un minimo di energia. Cerchiamo cioè un movimento naturale, una qualità fluida e rilassata che sia in sé un beneficio per il corpo. Sperimenteremo come mantenere il rilassamento durante il movimento, o potremmo dire: come vivere un rilassamento dinamico.
Permettendoci quindi di rimanere in contatto con le nostre percezioni più profonde scopriamo che ogni movimento che eseguiamo è un sentire e un sapere del nostro corpo che via, via, diventa più cosciente, più preciso.
L'obiettivo principale quindi non sarà quello di mettere in atto un movimento in sé, ma di cogliere quello che esso ci permette di scoprire. È il principio dell'esplorazione e della sperimentazione personale che, in definitiva, ci rende più coscienti della possibilità del cambiamento.
Faremo vari tipi di movimento con intenzioni e qualità diverse.
Talvolta suggerisco di fare dei movimenti semplici e di osservare come questi movimenti che nascono da una parte del corpo si trasmettono, attraverso i muscoli, le ossa, le articolazioni alle altre parti del corpo, di lasciare che il corpo osservi questa relazione e che si riorganizzi conseguentemente.
Un'altra fonte di conoscenza sono i movimenti liberi che mettono in atto la facoltà di improvvisazione del corpo. Esplorando l'infinita varietà di movimenti che il nostro corpo può fare approdiamo ad una più ampia conoscenza di noi stessi, a superare la preoccupazione degli errori, a riconoscere quello che è gratificante, a immaginare nuove possibilità e, non in ultimo, a provare il piacere della libertà funzionale.
Un'altra proposta di movimento sarà quella dell'esplorare il movimento lento e continuo. Questo compiere il movimento molto lentamente e regolarmente, senza strattoni, senza scosse o senza che si abbia in qualche momento l'impressione che esso sfugga al controllo volontario, sviluppa la capacità di indirizzare l'energia nel punto voluto, nella quantità e regolarità volute. Permette inoltre, per riflesso fisiologico, una distensione graduale di quei muscoli chiamati antagonisti (i muscoli opposti a quelli che eseguono il movimento) che, se accorciati, impediscono la scioltezza del movimento.
Da questo lavoro traggono beneficio anche la forza muscolare, l'elasticità articolare, e si ottiene una più acuta padronanza neuro – muscolare.
Nel quotidiano potremmo sottoporre a questo lavoro di controllo ogni movimento di cui desideriamo acquistare padronanza, si tratti di scrivere al computer o di suonare il violino.
La proposta poi dei movimenti di disegno ci aiuterà a lavorare sulle qualità di precisione, rapidità e leggerezza. Il principio fondamentale è quello di dirigere l'attenzione alla periferia del corpo e nello spazio. Uso il termine "disegno" perché così l'attenzione viene rivolta al tracciato e non alle dita o alle altre parti del corpo con cui disegnamo, lavorando così sulla relazione tra l'immagine della traiettoria e la sua realizzazione.
Tante altre qualità di movimento verrano proposte durante le lezioni come i movimenti di spinta prodotti da una forza che respinge un oggetto, come ad esempio quello che facciamo per alzarci da una poltrona spingendo sui braccioli; i movimenti oscillatori ripetuti ritmicamente e ponendo l'attenzione alla fase discendente, per capire come utilizzare il peso per dare lo slancio. Proprio questo tipo di movimento mette particolarmente in evidenza la natura del movimento stesso: l'alternanza tra passività e attività, impariamo così a lasciare che il corpo segua le leggi della fisica.
Durante le lezioni chiederò, in determinate circostanze, di visualizzare la posizione del corpo o del movimento che stiamo facendo per amplificare la coscienza del corpo nella sua interezza o della sua dinamica nello spazio; oppure di immaginare di essere un “qualcosa” che per le sue qualità semplici e tali che appartengono alla nostra esperienza comune ci permetta di innescare immediatamente una certa risposta fisica come ad esempio immaginare che il corpo è come un fluido da versare da un piede all'altro.
Per concludere, ogni lezione è un occasione per prendersi il tempo per noi per ritrovare, con calma, quella quiete che ci permette di rilassarci di osservare, esplorare, dialogare con il nostro corpo che, ogni giorno un po' diverso, si esprime.