Il progetto Catania, solo
andata è sorto da un'idea di anton roca, a partire dalle
immagini scattate nella città di Catania durante un viaggio in
cui è stato ospite della gallerista Rosa Anna Musumecci, nell'anno
2001.
Tale progetto si è avvalso dalla collaborazione di Antonio Arévalo,
poeta e curatore indipendente, che ne ha scritto i testi che "illustrano"
le immagini. Diventate "cartoline", vale a dire souvenir di
viaggio, dal momento in cui le immagini sono state completate dal testo
poetico e anche perché in seguito saranno spedite.
Ad Antonio si deve anche la scelta relativa alla numerazione delle "cartoline",
che ha determinato poi l'ordine della futura spedizione: Ad ogni foto
è stato attribuito un numero progressivo verso il basso: 14, 13,
12, ... fino ad arrivare alla cartolina n° 1.
La spedizione ha disegnato un percorso visivo e testuale ottenuto grazie
all'applicazione della Successione di Fibonacci. Ne è risultato
un iter spazio-temporale scandito in 49 giorni, tra la spedizione del
primo e l'ultimo dei quattordici singoli frammenti di questa lettura personale
della città di Catania e di ciò evocato dai luoghi visti/vissuti/fotografati,
prima, e ripensati poi per attribuire loro un titolo ed, infine, "illustrati".
Le "cartoline" possono essere viste come dei semplici "souvenir".
Infatti, esse sono testimonianza del percorso fatto alla scoperta della
città, ritraendone alcuni dei luoghi che hanno un significato all'interno
del tessuto urbano.
Aderiscono, ad esempio, ad eventi sociali che vi accadono quotidianamente
come l'attività nei mercati. Testimoniano fatti eccezionali che
vi sono accaduti: il porto, con la nave dello sbarco dei mille (clandestini)
nell'anno 2001; piuttosto che uno sguardo ironico sui vecchi stabilimenti
artigianali; oppure uno stimolo suscitato dall'incontro con un vecchio
muro...
Sebbene le "cartoline" scelte hanno, come visto, un proprio
senso, i quattordici frammenti, contribuiscono alla definizione di un
corpus complessivo. Il cui senso ultimo è determinato dalla volontà
di una visione totale: le singole immagini altro non sono che frammenti
di una stessa realtà, -anche se questo insieme resta una visione
non esaustiva della totalità urbana e sociale della città-.
Il vero obbiettivo di questo progetto era quello di coinvolgere i recettori
delle "cartoline" ad elaborare una riflessione personale sullo
spazio urbano. Obbiettivo celato sotto le mentite spoglie della spedizione
frammentaria di un percorso di memoria e di racconto di viaggio personale
e tramite la proposta di riorganizzare l'intera sequenza ricevuta. Esprimendo,
sulla base delle proprie preferenze, una nova sequenza.
A conclusione del progetto si è pensato di dotare questo viaggio,
fino al momento soltanto visivo-letterario, di una dimensione sonora.
È stato proposto a Francesco Michi di lavorare su una composizione,
a partire dalle immagini stesse, e strutturata secondo la scansione temporale
relativa alla spedizione.
I quattordici spartiti risultanti saranno affidati a Luca Miti e Manuela
Tassani, pianoforte e voce rispettivamente, per la loro esecuzione.
anton roca
Antonio Arévalo
Francesco Michi
Luca Miti
Manuela Tassani
Cesena, 04_04_04
/ 07_07_07
|