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Monumento
raffigurante un'elica
L'elica (o elica
propulsiva o propulsore ad elica) è un organo intermediario in grado
di trasformare la potenza meccanica di un albero rotante in variazione
della quantità di moto
di un fluido, allo scopo
di generazione di una propulsione
secondo il principio di azione e reazione. Il moto impresso
al fluido è detto elicoidale
e risulta essere la combinazione di un moto assiale e di un moto
rotazionale.
L'elica è estesamente utilizzata
come propulsiore in ambito sia nautico
che aeronautico.
Indice
1 Caratteristiche
generali
1.1 Forma e struttura
1.2 Tipologie
1.3 Parametri dell'elica
2 Eliche aeronautiche
3 Eliche marine
3.1 Caratteristiche tecniche
3.1.1 Cavitazione
3.1.2 Parametri delle eliche
marine
3.2 Storia
4 Voci correlate
5 Note
6 Altri progetti
Un'elica è costituita da
uno o più elementi fluidodinamici, chiamati pale, le quali si
comportano come "ali rotanti" innestate su un mozzo, collegato all'albero rotante. Le caratteristiche geometriche
delle pale determinano poi quali saranno le caratteristiche del propulsore, con
particolare riferimento ai campi di velocità di funzionamento, alla potenza
propulsiva e alle caratteristiche del fluido per l'ottimale funzionamento.
Le eliche vengono progettate e costruite con struttura
in:
Le eliche possono innanzitutto suddividersi sulla base del tipo di ambiente
fluido nel quale agiscono:
Le eliche si possono poi
suddividere sulla base delle modalità di funzionamento:
Profilo di
una pala, ove:
Le eliche sono
caratterizzate da una serie di parametri fisici utili a descriverne le
proprietà ed il comportamento.
dove ω è la velocità
angolare (in radianti al secondo) r la distanza dal mozzo, n il
numero dei giri al minuto ed infine il versore t indica la direzione
tangenziale al disco dell'elica.
dove V indica la velocità, n
il numero di giri dell'elica e d il diametro dell'elica.
dove T rappresenta il valore
della spinta, V
la velocità,
n il numero di giri al secondo dell'elica e Q la coppia
assorbita dell'elica.
L'elica di
un aeroplano
Macchi
M.C.202.
L'elica deve avere la stessa portanza lungo tutto il braccio, e quindi la medesima
spinta. Premesso che la portanza è direttamente proporzionale all'angolo di incidenza e
l'angolo di incidenza varia con la velocità; essendo la velocità periferica delle
pale crescente dal mozzo verso l'estremità, per mantenere costante la portanza
dovrà essere per forza modificato il calettamento. Ed è per questa ragione che
l'elica si presenta svergolata, cioè con un
calettamento variabile dal mozzo verso l'estremità. Cioè
il calettamento diminuisce man mano che aumenta sul profilo dell'elica la
velocità periferica allontanandosi dal mozzo.
Passo geometrico trascura la velocità residua dovuta
al suo moto nel fluido, che può essere maggiore, uguale o minore di zero. In
campo aeronautico, immaginando l'aria densa a tal punto da muovere un aereo
talmente leggero da non opporre resistenza, dopo un giro l'elica
avrà percorso il suo passo geometrico; Con l'aereo fermo prima di dare manetta
per partire, i giri che l'elica compiono hanno tutti passo reale uguale a zero.
Appena l'aereo si muove l'elica aumenta i suoi passi reali giro dopo giro. Passata una certa velocità il
passo reale può essere maggiore del passo geometrico. In questo caso l'elica
frena.
Nelle eliche aeronautiche a
passo variabile, l'inclinazione delle pale viene
modificata tramite dei servomeccanismi, per ottenere il massimo rendimento in
un certo intervallo di velocità: infatti se il veicolo aumenta la velocità,
diminuirà di conseguenza l'angolo d'incidenza della generica sezione dell'elica
e, per mantenerlo costante, bisognerà aumentare il passo.
Le eliche aeronautiche
possono avere, in genere, da due a sei pale. Solitamente gli aerei più piccoli
e meno potenti hanno due o tre pale. Raramente i monomotori a pistoni
hanno quattro pale. I turboelica invece adottano spesso anche quattro o sei pale, come gli ATR. Anche per gli elicotteri il numero di pale varia da due a
sei a seconda della potenza.
È fondamentale che le punte
delle pale dell'elica non raggiungano la velocità del suono altrimenti il rendimento
diminuirebbe. I piccoli motori aeronautici in genere
non superano i 3 000 giri al minuto al massimo, e
quelli che raggiungono i 5 000-6 000 giri usano un riduttore, che è
invece sempre presente nei turboelica, perché le turbine lavorano ad un numero di
giri molto più elevato (in un motore a reazione di un aereo di linea il
complesso di alta pressione – turbina AP e compressore AP – raggiunge i
50 000 giri al minuto). Per questo motivo, ai motori più potenti, si
associano eliche piccole ma con più pale. Se le punte delle
pale superassero velocità critiche anche le sollecitazioni sarebbero eccessive.
Occorre tenere presente che le punte delle pale dell'elica di un normale aereo
monomotore possono essere sottoposte ad un accelerazione
centrifuga di oltre 5 000 g (circa 50 000 m/s2:
un grammo posto sulla punta della pala "peserebbe" 5 kg).
L'elica di
una nave
Nel caso di
applicazioni marine le eliche devono essere studiate con particolare
cura rispetto all'ambiente liquido nel quale andranno ad operare. Inoltre, ad esclusione di particolari applicazioni, per ragioni di
sicurezza contro l'impatto di corpi esterni, le eliche marine sono sempre poste
nella zona poppiera
delle imbarcazioni.
Le eliche marine (ad esclusione del caso particolare
dei sottomarini),
operano in prossimità della superficie di separazione tra due fluidi (aria ed
acqua), soggetta alla generazione di fenomeni ondosi. Questo induce effetti di alterazione
sul moto del fluido lungo la carena dell'imbarcazione e sull'elica. Similmente l'elica deve
essere posta ad una sufficiente immersione per non incorrere nell'effetto
superficie libera, consistente in una massiccia produzione ondosa nella
quale va a scaricarsi il campo di pressione prodotto dall'elica, riducendo la spinta prodotta.
Inoltre una eccessiva vicinanza tra lo scafo e le pale
può provocare colpi di pressione ed indurre vibrazioni sull'intero complesso
nave-elica. La sensibile differenza di densità dell'acqua
all'aumentare della profondità fa infine sì che le pale dell'elica, nel corso
di una rotazione, si trovino ad operare in zone con caratteristiche differenti
e differente campo di pressioni, in ciò inducendo ulteriori disuniformità di spinta
e momenti vibratori estesi all'asse rotante.
Danni
prodotti da cavitazione sulla pala di un'elica marina.
Un particolare fenomeno cui
possono andare incontro le eliche marine è la cavitazione,
cioè la formazione di micro-bolle di gas nelle zone di massima depressione.
Tali micro-bolle, migrando rapidamente verso le zone a maggior pressione
finiscono poi per impattare e collassare sulla superficie della pala, provocando
un vistoso effetto sia erosivo sia corrosivo,
per la reattività dei gas disciolti. I danni provocati da tale fenomeno sono
facilmente identificabili con una serie di piccoli e profondi fori nella zona
interessata da cavitazione. Inoltre, la scia di bolle altera
il campo di velocità e pressioni sulla pala stessa, comportandosi come
una sorta di cuscino sul quale devia il flusso di corrente, modificando quindi
la portanza della pala ed il rendimento dell'elica.
Per la sua correlazione con la tensione di vapore dell'acqua e dunque alla pressione, la
cavitazione risulta legata ai seguenti parametri:
La cavitazione può dunque
essere combattuta aumentando l'immersione dell'elica, riducendone il numero di
giri o, in generale, aumentando il rapporto tra spinta
ed area espansa, cioè la spinta specifica per unità di superficie (in altre
parole utilizzando un'elica con pale più grandi e dunque meno caricate). Le
eliche marine si dividono quindi tra:
Dove VA = V * (1 − w) rappresenta
la velocità di avanzo, cioè la velocità effettivamente
percepita dall'elica e ridotta, rispetto alla reale velocità della nave, per effetto
della scia (rappresentata dal coefficiente w).
Raffigurazione
dell'elica manuale di Bushnell, 1775.
L'elica iniziò a sostituire
la propulsione
a ruota attorno alla metà del XIX secolo.
Già nel 1775 David
Bushnell utilizzò per la prima volta un'elica a propulsione manuale
nel suo progetto di sottomarino, il Turtle; attorno al 1827 l'ingegnere ceco Josef
Ressel sperimentò la prima applicazione di propulsione con elica navale a
vapore nel porto di Trieste. Esperimenti similari vennero
condotti nel 1836,
da parte di Francis
Pettit Smith, e nel 1839, ad opera di John
Ericsson, che permise ad una nave di attraversare l'Atlantico
in quaranta giorni.
Le prime applicazioni prevedevano spesso eliche ad una o due pale, spesso molto
espanse e quasi sempre in combinazione con la
tradizionale ruota, considerata ancora più affidabile. Alla fine dell'Ottocento,
comunque, l'elica era già divenuta la soluzione
propulsiva principe nelle applicazioni navali.
Accoppiata a partire dalla II Guerra Mondiale coi nuovi motori a combustione interna, l'elica
trova recenti e sempre più diffuse applicazioni combinate diesel-elettriche.
Aerogeneratori ad asse orizzontale
Nell'immagine
le principali tipologie di rotori ad asse orizzontale, attualmente
sono utilizzati i rotori ad elica sopratutto per grandi sistemi e rotori
multipala per sistemi da pochi kW di potenza.
Disegni schematici di altri tipi di rotori ad asse orizzontale: ifb.uni-stuttgart.de
Turbina ad
elica
La pala dell'elica,
come un'ala sottile offre una resistenza minima all'avanzamento, non crea turbolenze
pericolose, ha una portanza elevata: tutto ciò si traduce in un alto coefficiente
di potenza e in velocità di rotazione molto alte (alcuni rotori hanno eliche
con velocità periferiche vicine a quelle del suono).
In conseguenza dell'alta velocità di rotazione tipica di queste macchine è possibile
accoppiare dei generatori di elettricità, direttamente
o con ingranaggi molto modesti, evitando che la gran parte della potenza estratta
sia dissipata in trasmissioni complicate caratterizzate da elevati rapporti di trasmissione.
Turbina tripala
L'elica, per poter avere un rendimento costante ed elevato, deve sempre potersi
orientare nel vento. I metodi utilizzati sono due: con un timone di opportune dimensioni che orienta tutto il complesso
(elica controvento o up-wind ), oppure , ponendo l'elica posteriormente al
complesso generatore-perno di rotazione e utilizzando la coppia giroscopica del
motore stesso per orientare il mulino (elica sottovento o down-wind).
L'elica ha un profilo aerodinamico facilmente ricavabile da libri e pubblicazioni
molto diffuse; in pratica per applicazioni modeste vengono impiegati profili standard.
Nell' immagine (sopra) di una turbina eolica, non c'è il moltiplicatore di
giri. Si utilizza questa soluzione quando l' aerogeneratore
è installato in siti con venti costanti e sostenuti, in genere queste qualità si
hanno al largo delle coste.
Le turbine ad elica possono essere configurate nella soluzione sottovento (disegno
in basso), questa soluzione permette una quasi automatica
autoregolazione rispetto alla direzione del vento, oppure nella configurazione sopravento,
in questo caso serve un sistema di regolazione meccanica o aerodinamica rispetto
alla variazione della direzione dei venti.
Varianti sottovento
o sopravento
Turbina multipala
Il suo rotore
è costituito da un alto numero di pale in lamiera metallica, generalmente 18 o più,
disposte a raggiera su un mozzo e ad angolo rispetto al piano di rotazione, come
una grande ventola. Il diametro medio è di circa 1.5-3
metri. La rotazione dell'asse viene trasformata in
moto alternativo per mezzo di un albero a gomito, oppure rinviata alla base del
traliccio tramite una coppia di ingranaggi conici.
Questo tipo di mulini viene utilizzata nella grande maggioranza
dei casi per pompare acqua dai pozzi. Il rotore è rigido e la sua superficie ed
inclinazione non possono essere variate al variare della forza del vento; infatti oltre ad una certa velocità deve essere fermato manualmente
oppure piegato in modo da disporre il rotore parallelo alla direzione del vento.
Il grande numero di pale comporta una solidity elevata,
per cui si ha una coppia molto alta anche a basso numero di giri; è sufficiente
un vento debole per far lavorare il rotore in condizioni ottimali. Le pale sono
leggermente incurvate e con angolo di calettamento variabile dal mozzo all'estremità.
Per micro-generatori si possono utilizzare un numero inferiore di pale sagomate.
Turbina multipala
Mulino Cretese
E' il tipo più
semplice, economico e sicuro. Il rotore è costituito da 8 o più braccia, tra le
quali vengono tesi, per mezzo di cavi dei triangoli di
stoffa. La superficie di questi ultimi può essere aumentata o ridotta a seconda dell'intensità del vento. I cavi hanno anche la
funzione di irrigidire la struttura. Poiché tutta la struttura è elastica e
flessibile, possiede una parziale autoregolazione, in quanto la pressione del
vento sulle vele le deforma, modificando la loro superficie esposta, e ciò viene ottenuto arrotolando la tela sui sostegni.
La torre di sostegno può essere in muratura o con traliccio di legno o metallico.
I mulini di questo tipo vengono usati nella
maggioranza dei casi per pompare acqua, ma alcuni esemplari autocostruiti sono
stati utilizzati per produrre elettricità con un alternatore accoppiato a
ingranaggi e rinvii opportuni (difficilmente superano i 50 giri/min). Ciò è dovuto ad una alta solidity (0.6-0.7) e ad un rapporto
ottimale u/v tra i più bassi (0.75). Non richiede dunque alte velocità del
vento; infatti già con u=3 m/s fornisce una coppia
elevata.
rotore cretese.
Rotore cretese
Mulino cretese
Le pale dei
moderni generatori eolici hanno una forma che si discosta molto da un semplice rettangolo.
Soprattutto mi colpisce il fatto che siano più larghe al
centro e affusolate sulle punte. Non sarebbe meglio il contrario?
Il fatto
dell'essere affusolate sulle punte è per limitare la
resistenza di vortice perchè una generica ala(anche le pale di eliche,
elicotteri, turbine eoliche) quando funzionano necessariamente hanno su una
"faccia" una pressione maggiore che sull'altra, ma all'estremità
l'ala tende ovviamente a passare dalla zona di alta pressione a quella di bassa
non incontrando alcun ostacolo....questo causa un vortice....e è desiderabile
che questo vortice sia il più attenuato possibile....l'ala rettangolare genera
un vortice maggiore di quelle rastremate(cioè con corda minore all'estremità),
che a loro volta ne genera uno maggiore di quelle a pianta ellittica....una
elica con una rastremazione inversa(cioè con corda maggiore all'estremità
sarebbe la cosa peggiore possibile).
Negli anni '50 a qualcuno venne l'idea di fare un aereo con l'ala a
rastemazione inversa(una versione di F-84) perchè pensava che più lontano dal
flusso disturbato dalla fusoliera avrebbe funzionato meglio, ma si resero
rapidamente conto che non era stata affatto una buona idea
Per quanto riguarda lo svergolamento invece è dovuto al fatto che le pale girano
e quindi per il loro calettamento è necessario tenere conto sia della velocità del
vento sia della velocità tangenziale della pala...il risultato è che l'angolo del
vento sentito dalla pala cambia con la distanza dal mozzo...ma questa cosa è comune
a tutte le eliche(di aereo, turbine eoliche e anche se un po' meno evidente anche
nelle pale di elicottero)
ROTORE
Il rotore è proprio la parte che impatta con il vento e che trasforma l’energia
del vento in energia meccanica. In genere si usano
soluzioni a due o tre pale. Le pale devono essere ben bilanciate per evitare
fenomeni di vibrazione e di eccessiva fatica dei
materiali.
I rotori usati in prevalenza per generare energia elettrica, sono quelli ad
asse orizzontale.
L'asse del rotore è parallelo alla direzione del vento e ruota su un piano
perpendicolare alla direzione. Le caratteristiche peculiari sono: alta velocità
di rotazione, elevato coefficiente di portanza e quindi elevata potenza. Gli svantaggi sono: difficoltà di realizzazione, grandi
ripercussioni negative sulla macchina per minimi errori progettuali.
Un esempio di rotore ad asse orizzontale è il mulino ad elica:
La pala dell'elica
offre una resistenza minima all'avanzamento, non crea turbolenze pericolose, ha
una portanza elevata: tutto ciò si traduce in un alto coefficiente di potenza e
in velocità di rotazione molto alte (alcuni rotori hanno eliche con velocità
periferiche vicine a quelle del suono ). In conseguenza dell'alta velocità di rotazione
tipica di queste macchine è possibile accoppiare dei generatori di elettricità, direttamente o con ingranaggi molto modesti,
evitando che la gran parte della potenza estratta sia dissipata in trasmissioni
complicate caratterizzate da elevati rapporti di trasmissione. L'elica richiede
però una tecnologia più raffinata, maggior cura nella progettazione e
costruzione poiché le forze agenti su ogni parte sono elevate e aumentano
considerevolmente all'aumentare della forza del vento.
Il generatore ad elica, nel suo complesso, è una macchina che può essere estremamente pericolosa: piccoli errori o leggerezze nella
sua costruzione possono creare condizioni tali da distruggere in modo esplosivo
tutto il complesso, torre compresa. Durante il funzionamento si cerca di
mantenere il numero di giri il più basso possibile e, soprattutto, costante.
Per questa ragione vengono utilizzati particolari
meccanismi che variano l'angolo di calettamento delle pale al variare della
velocità del vento o freni vario tipo. L'elica inoltre, per poter avere un
rendimento costante ed elevato, deve sempre potersi orientare nel vento.
Questo tipo di rotore raggiunge una velocità di fino a 1000 g/min, ha un rendimento
medio superiore al 40%.
GENERATORE
Il generatore
a magnete permanente consente di estrarre la massima potenza dal rotore che
gira a basse velocità conciliando la semplicità di costruzione (e quindi i
bassi costi) con la migliore efficienza nel caso di utilizzo
per piccoli impianti.
CODA A BANDERUOLA
Il meccanismo a banderuola serve a direzionare l'asse della turbina in modo
parallelo alla corrente ventosa a maggior velocità. La coda porta anche un
sistema molto semplice di protezione dal vento troppo forte. Se il vento supera
all'incirca i 10 m/s la coda si abbassa portando l'asse
del rotore verso l'alto; in questo modo le pale rallentano e si evitano fenomeni
che potrebbero essere distruttivi per l'intero sistema.
ELICA TIMONE
Datazione - Acquistato tra il 1857 e il 1876
Nel Museo
A. M. Traversi
www.thebackshed.com/Windmill/images/stations.jpg
www.amalficoastcharter.com/.../elica_bipala1.JPG
A.De Filippis, Nuovo manuale di logopedia,
Edizioni Erickson, Trento, 1998.
La Rousse, Dizionario Medico,
ed. San Paolo, Cinisello Balsamo Milano, 1994.
Robert E. Rothenberg, M.D., F.A.C.S., La Nuova Enciclopedia Medica, Garzanti,
1987.
A.De Filippis, Nuovo manuale di
logopedia, Edizioni Erickson, Trento, 1998.
La Rousse, Dizionario Medico,
ed. San Paolo, Cinisello Balsamo Milano, 1994.
Robert E. Rothenberg, M.D., F.A.C.S., La Nuova Enciclopedia Medica, Garzanti,
1987.
Come realizzare
un’elica per aeromodellismo con una fresa CNC
Vi avviso subito che
per poter realizzare questo tipo di lavorazione, bisogna avere una buona padronanza
dell’uso di un cad 3D, di un programma CAM e della gestione di una fresa a C.N.
Nulla comunque è complesso, bisogna però avere pazienza
e capire bene cosa si deve fare e cosa si sta facendo.
La prima operazione è stabilire quale dimensione deve avere l’elica che noi
vogliamo realizzare, nel mio caso ho voluto progettare una piccola elica da 7X3
(in pollici), per il mio piccolo motore COX.
L’elica ha una forma abbastanza complessa, e presenta, oltre che a un profilo
alare, anche un passo variabile in funzione della distanza dal mozzo.
Per vedere come realizzare in 3D l’elica, vi rimando al seguente link: http://www.nmine.com/helice_rhino.htm ove risulta abbastanza chiaro come procedere.
L’esempio che viene descritto è relativo all’utilizzo del programma CAD
Rhinoceros, ovviamente voi dovrete trovare la giusta sequenza di comandi con il
vostro programma CAD, si tratta comunque di creare una serie di profili alari,
posizionati ad una certa distanza dall’asse dell’elica e con l’opportuno angolo
d’incidenza, viene poi generato il solido passante per questi profili.
Alla fine del lavoro ho ottenuto il seguente
modello tridimensionale:
Nella zona del mozzo, la forma non è molto
bella, ma come esempio di lavorazione può andare bene.
Dopo questo solido, ho generato un pattern di altre
due eliche uguali, ossia un totale di tre eliche.
In questo modo posso realizzare in contemporanea tre eliche
in una sola lavorazione.