luogoComune . rad-art permanent factory . arteco
Ossimorotonda
Calcinculetto
Werter
Germondari
Il ‘mellitico’ rapporto uomo/automobile/circolazione è oggetto
della mia ricerca artistica daalmeno vent’anni. Del 1989 è
infatti l’intervento Parcheggio Coperto, nella Chiesa di S.Gregorio
Minore a Spoleto.
Nel
1991 ho invece potuto parcheggiare La prima auto del parcheggio multipiani,
nell’allora cantiere del futuro pubblico garage in cima al monte Titano
della Repubblica di San Marino; tale ‘titanico’ evento/intervento
(nell’ambito della collettiva Provoc’arte fu talmente costoso
che fece cadere il governo di San Marino di allora) mi ha permesso di
collocare con una gru l’auto all’ottavo livello, allora ancora inesistente,
rappresentandolo con un piano laser, per poi parcheggiarla, sganciando
i cavi...
Nell’ambito
della sperimentazione filmica, a parte alcuni super 8
realizzati tra il 1985 e il 1993, è da menzionare Roma 56-55, film
in 16 mm di 40”, del 2000, presentato in molti festival internazionali, in
varie televisioni e addirittura distribuito per un mese in un cinema di Madrid.
In
tale opera, grazie ad un errore nel posizionamento
di due cartelli stradali, ho potuto realizzare ‘il più lungo piano-sequenza
della storia del cinema: un chilometro!”.
In
seguito mi sono dedicato a piccoli lavori, che ho poi riunito nella mostra
personale Auto/ ritratti, realizzata nello spazio dell’AOCF58 di
Roma nel 2003: L’auto/fontana relax, nella quale gli spruzzi d’acqua
non colpiscono i vetri, ma li oltrepassano, realizzando
così, appunto, l’effetto fontana (esattamente come avviene con le automobili
reali; tale opera era in realtà come progetto per una realizzazione in scala
reale, ma purtroppo non ho mai trovato fondi sufficenti. Peccato, starebbe
benissimo in qualche piazza), Tre generazioni Porsche, in cui sono
esposti tre progetti della suddetta dinastia (Ferdinand Porsche, fondatore
dell’omonima casa automobilistica, è ideatore del “maggiolino” Volkswagen.
Suo figlio “Ferry” fu invece il creatore dei primi
modelli Porsche. Il figlio di quest’ultimo Ferdinand Alexander, è il designer
della padella), e Codici stradali nella cui serie ho ripreso il vecchio
tema del codice a barre (da me già ingigantito in dipinti negli anni ottanta
e poi sviluppato nelle mie ricerche Cinema pro-dotti e D.N.A.rt
negli anni novanta) per esercizi ludici all’interno del libro dei test
per la patente.
Sono
tornato all’installazione nel 2006, realizzando aPpagamento, a Foligno, nell’ambito
della mostra collettiva SegnalEtico, e I baffi di via Gioconda,
a Roma, per la collettiva Corto-Fonino del 2007.
Nel
2006 ho anche realizato, sul tema ‘ circolazione stradale’ la performance
dal titolo Traguardo/Finish line, nell’ambito della
collettiva Viaggiatori sulla Flaminia, in Umbria; tale
azione prevedeva il mio posizionamento sul ciglio di una strada, munito di
bandiera a scacchi, quella comunemente utilizzata per segnalare il termine
di una gara. Attendevo quindi il passaggio di qualche automobilista o motociclista
percorrenti la strada a velocità sostenuta e, prima che fossero passati, sventolavo
la bandiera, segnalando loro il termine della ‘gara’. Tale performance l’ho
ripetuta anche al Festival della Performancen di Molinella, sempre
nel 2006, ottenendo il secondo premio, e nell’ambito dell’ANTI-Contemporary
Art Festival di Kuopio, in Finlandia, nel 2008.
Date
queste mie passate ricerche ed esperienze, mi ha quindi fatto molto piacere
dedicarmi al tema della rotatoria stradale, che da qualche anno si realizza
un po’ ovunque anche in Italia, dopo che si era cominciata ad usare già da
molto tempo in altri paesi (soprattutto in Francia).
I
miei due progetti prevedono due installazioni, in due differenti
rotatorie, Il primo a Roma (dove vivo e lavoro), in largo Cesare Zavattini
prevede l’installazione di semaforo al suo interno. Ovviamente tale
collocazione, totalmente inutile e paradossale (da
qui il titolo Ossimo-rotonda), vuole essere un simbolico omaggio ‘alla
memoria’. Così come infatti non dobbiamo dimenticare
che dove si trova ora una rotatoria un tempo magari c’era un semaforo, non
ci dobbiamo dimenticare molte altre cose della nostra esistenza, anche se
in un certo momento possono sembrarci poco rilevanti.
L’installazione
Calcinculetto è invece prevista per una rotatoria presente ad Amelia,
località nel sud dell’Umbria, altro luogo in cui vivo
e lavoro. Il tema della giostra per questo posto mi piaceva in quanto molto
‘paesano’, ma soprattutto mi piace l’idea di bambini
che possono ‘trasgredire’, ‘girando’ all’interno della rotatoria. Appena passata l’età infantile nessuno glielo concederà più...
[…]
Considering my previous research and experience, I was therefore pleased to
work on the theme of the roundabout, a structure which in recent years has
been built everywhere in Italy, after it has been used extensively in other
countries (especially in France).
My project proposes two installations for two different roundabouts. The first
intervention would be in Rome (where I live and work) and concerns the installation
of traffic light within a roundabout in Largo Cesare Zavattini. Obviously,
such paradoxical collocation (therefore the title Ossimo-rotonda) wants to
be a symbolic tribute 'to memory'. In fact, we should not forget that where
there is now a roundabout perhaps there was once a traffic light, and in the
same way we should not forget many other things of our existence, even if
the may seem irrelevant.
The installation Calcinculetto is thought for a roundabout in Amelia, a town
in the south of Umbria, another place where I live and work. I like the merry-go-round
theme for this place, because of its 'village' feeling, but above all I like
the idea that children could 'break the law' by 'spinning around' inside the
roundabout. As soon as they grow up they will not be allowed to do so anymore.