To: e_nightlist<mem@dinonet.it>
From: Paolo Tramannoni <p.tram@fastnet.it> (by way of e_nightlist
<mem@dinonet.it>)
Subject: Re: Fwd: Moderazione?
>>Quanto all'azione concordo con Luca che le situazioni,
>>organizzazioni per essa non siano quelle nostre - ma non
>>credo che per questo dobbiamo smettere di fare quel che
>>facciamo.
Albert,
I guess we should be witnesses of our time. Maybe this is not a strong
reason for many, but I hope our work can be useful for people who will
come after us. We will not stop this war, but maybe we will the next wars.
We must withness of crimes against common people, the rule of drug and
war commerce, the current world situation, where the military power overcomes
the political power, and people can't decide anything.
We must withness of discrimination for religious reasons; we must withness
for war against common people, instead of a true military war. This is
our time, and the details will be lost, unless we don't make our work.
And another subtle danger appeared: the unconfessed need for an enemy.
It is not only Serbs against Albanians, it is a nation in peace like Italy,
who is looking for wichever enemy: it can be Russia, Iraq, Yugoslavia,
or even Southern or Northern people. It's the same. It's an enemy, and
it is enough.
Peace is not the preferred condition for many, and this is the real danger.
This is the true illness of our times, much worse than depression or cancer.
This is what we must try to sane.
See you,
Paolo
Paolo
Tramannoni
Via M.L.King, 6/A - 62017 Porto Recanati (Mc) - Italy
Phone: +39-071-7591268 - 0347-8177569 - Fax: +39-071-7591268
E-Mail: p.tram@fastnet.it -
tramannoni@korg.it
http://www.korg.nethttp://www.jce.it
To: e_nightlist<mem@dinonet.it>
From: michi@dinonet.it (Francesco Michi)
Subject: Re: Ancora su Quale artista
At 00.44
30/05/99 +0200, you wrote:
>Caro
Francesco avevo mandato lo stesso testo ma con qualche ritocco, che
>però è stato respinto per errore del tuo infdirizzo.
Nel frattempo ricevo
>una lettera da Alberto. Grazie di averglielo inviato e comunque si
è
>avviato un chiarimento per qualche fraintendimento nell'interpretazione
>delle sue dichiarazioni.
>Gianni
>
Se non
è una cosa privata, non sarebbe il caso che la lettera di Alberto
fosse reindirizzata a tutta la lista?
grazie
francesco
To: michi@dinonet.it
rom: Gianni Broi <gibroi@tin.it>
Subject: Ancora su Quale artista
Caro Francesco
avevo mandato lo stesso testo ma con qualche ritocco, che però
è stato respinto per errore del tuo infdirizzo. Nel frattempo ricevo
una lettera da Alberto. Grazie di averglielo inviato e comunque si è
avviato un chiarimento per qualche fraintendimento nell'interpretazione
delle sue dichiarazioni.
Gianni
To: michi@dinonet.it
(Francesco Michi)
From: Gianni Broi <gibroi@tin.it>
Subject: Re: Fwd: re:self subscribing ed altro
QUALE
ARTISTA ?
Non vedo
una grande differenza tra le due categorie di artisti indicate da Alberto.
Si tratta sempre dell'Artista- Unico, che ha bisogno della distanza dagli
altri per costituirsi come tale. Distanza tra chi ha e chi non ha, che
è poi il principio su cui si regge, da alcuni secoli, tutto il
sistema dell'arte come art market. C'è un'enfasi posta sull' "
io " che né la filosofia né le " scienze umane
" dalla psicologia alla sociologia, alla linguistica, sembrano giustificare.
Un'enfasi, anche, sull'influenza dell'artista sulla società e sulla
storia ch è tutta da dimostrare. Perché questo discorso
sia utile occorre farlo uscire dalle secche del narcisismo primario o
autoreferenziale, e chiedersi : che ne è " dell'istinto di
morte " - il principio equilibratore contrapposto da Freud a quello
" del piacere " ? Ebbene, c'è da giurarlo
: in questa concezione enfatizzata del'io artista e dell'arte, la pulsione
di morte è rimossa, proiettata all'esterno, proiettata sull' "
altro ", nel momento stesso in cui io per costituirmi artista ho
bisogno che gli altri non lo siano, che siano passivizzati, negati.
Nel nostro universo, in cui " tout se tient ", il meccanismo
non è diverso (anche se su un piano incommensurabilmente più
grande) da quello che spinge personaggi di tipo clintoniano, dall'eterno
sorriso stereotipato, con tutto un immenso entourage europeo e mondiale,
a costruirsi la figura, meglio se personalizzata, di un nemico diabolico
da distruggere, costi quello che costi, vittime civili comprese, ospedali
scuole abitazioni.
Non sto negando diritto di esistenza all'arte e all'artista : ciascuno
ha diritto di divertirsi come può. L'importante per il discorso
che qui c'interessa, è essere consapevoli a fondo delle implicazioni
delle nostre scelte e, restando pure sul terreno dell'arte, vedere come
sia possibile aprirsi al tema dell' " altro ", del " noi
", non sul piano puramente rappresentativo ma sul piano produttivo,
della ricerca organizzata o comunque interattiva il cui cardine non sia
la competizione ma l'amicizia, costi quello che costi : la rottura stessa
con, e l'uscita da, un sistema bloccato, contro il quale si sono
infranti gli slanci, pur generosi, delle avanguardie.
Gianni
Broi & Annamaria Caracciolo
======================================================
ABSTRACT
WHICH
ARTIST ?
All concept
of artist as " ego " is connected, in the final analysis, with
the concept of distance : distance from the others, discrimination between
artist and not-artist, competition, denial , refusal. It is,in general
terms, the level of the primary, auto referential narcissism, which
keeps with the removing and projection of death instinct over the
others. A similar mechanism, in politics, pushes severy politic
leaders or milItar commanders to build some enemy-target to destroy at
all costs. Instead, it needs, also in art, to find some production way
centred on the group research, on the anticompetition, on the friendship.
To: mem@dinonet.it
Subject: Some links from Luca Miti
Here some
links I think are interesting for us (from my personal point of view,
of course).
The first one is from the University of Belgrade: they are searching for
letter(s) of solidariety. The site is:http://www.rcub.bg.ac.yu/
and the e-mail is:
ubginfo@rect.bg.ac.yu
This other
is a site of a Serbian artist, that's interesting, may be, more for
some of his works than for his strong anti-americanism (to see, however):
http://www.members.tripod.com/~aart/index.html
The last
is a concession to my narcisism. It's a "composition" of mine.
It asks for a (little) discussion about it (or, if you prefere, about
our role):
http://members.tripod.com/~repoem/blood/amssi_kisha.html
(this
site is interesting for the others works against the war).
Bye for
the moment,
Luca Miti
E' arrivato
un contributo da Anton Roca. Si può vedere a questo indirizzo:
There
is a contribution sent to us by Anton Roca.
You can see it at this address:
http://www.dinonet.it/incontri/materia1.htm
Francesco
To: Francesco
Michi <michi@dinonet.it>
From: Paolo Tramannoni <p.tram@fastnet.it>
Subject: lista
Ciao Francesco,
Solo un'osservazione di tipo "gestionale" sulla lista, che mi
pare stia cominciando a funzionare: usa il Redirect, invece che il Forward;
in questo modo potremmo ricevere i messaggi senza il segnbo di citazione,
e sapere sempre qual'è la proposta, e quale la risposta.
Ciao,
e a presto,
Paolo
Paolo
Tramannoni
Via M.L.King, 6/A - 62017 Porto Recanati (Mc) - Italy
Phone: +39-071-7591268 - 0347-8177569 - Fax: +39-071-7591268
E-Mail: p.tram@fastnet.it - tramannoni@korg.it
http://www.korg.net
http://www.jce.it
To: mem@dinonet.it
Subject: subscribe!
> C-Voltaire,
Quartiere Navile, Arci Bologna presentano
>
> G U E R N I C A
>
> mostra-evento contro la guerra
>
> sabato 29 maggio 1999 ore 18
>
> Nark Bkb, Paolo Maggi, Rita Scrofani, Anton Roca, Alvise Renzini,
> Gianguido Toni, Gianni Pedullà, Christian Rainer, Cateno Sanalitro,
> Jennifer Ramsay, Alessandro Rivola, Stephanie Portoghese, Fabrizio
> Passarella, Angelo Generali, Alessandro Menegoli, Stefano Marchesini,
> Luigi Mastrangelo, Mathias Gumprich, Antonio Giordano, Roberto
> Contarini, Karin Andersen, Manuela Corti, Vitettantonio, Totò
Cariello,
> Mario Volpi, Lelio Aiello, Miguel Pla, Ma Lin, SQUP
>
> a cura di Tiziana Ramponi
>
> Spazio Cultura Navile
> Via Giuriolo
7
> Bologna
>
> info line 051 4151326 (Quartiere Navile)
>
> intervento/spettacolo a cura di Elio Perrone e Giacomo Cristini
_________________________________________________________________________________
karin andersen, bologna
tel. 051 334089
andersen@cassiopea.it
From: Francesco Michi
to: <nad3824@iperbole.bologna.it
subject: gianni e
annamaria
caro alberto,
il testodi gainni broi e annamaria caracciolo dovrebbe esserti arrivato
con la lista, e comunque è consultabile fra i messaggi a paginahttp://www.dinonet.it/incontri/e_night.htm
ciao e grazie
francesco
From: nad3824@iperbole.bologna.it
To: michi@dinonet.it (Francesco Michi)
Subject: piccola
aggiunta
una piccola aggiunta
alla precedente lettera (scritta in un'alba insonne e poco lucida):
il primo impegno che potrebbe assumere l'artista in tempo di guerra (e
non solo) è quello di essere chiaro e comunicativo questo non significa
banalizzare la portata e lo spessore della ricerca, ma solo che bisogna
avere il coraggio di assumere su di sé il valore della chiarezza
e considerare il lato comunicativo come parte dell'opera. penso che quando
si occupa uno spazio 'non-privato' con la parola o il gesto, si abbia
il dovere di rendere conto di ciò a chi ci sta davanti. e penso
che utilizzare uno spazio 'non-privato' di questi tempi significa anche
e soprattutto contestualizzarlo e pronunciarsi in merito
creare la fascinazione
di una pronuncia 'convincente ed attraente' è compito dell'arte
ciò che conta è il pensiero che questa facinazione trasmette
considero poco utile (e a volte addirittura delittuoso) non spendere in
modo appropriato questo spazio sottratto alla gestione comunicante del
potere
bacioni
al
p.s. so che ciò
che dico è scontato per tutti, ma vorrei che si partisse dal fondo
per parlare di funzione dell'arte nel sociale
From: nad3824@iperbole.bologna.it
To: michi@dinonet.it (Francesco Michi)
Subject: re:self subscribing ed altro
cari tutti,
(e dire cari in tempi di guerra non è formale)
>Se in qualche modo il problema consiste nella impotenza di fronte
ad un
>fenomeno come quello al quale siamo costretti ad assistere, questa
>impotenza riguarda artisti e non artisti, tutti quanti. In un sistema
di
>relazioni più o meno lecite internazionali, di interessi economici
in
>gioco ed altro ancora che immagino soltanto (e forse nemmeno in maniera
>esaustiva) non credo che nemmeno una sollevazione di massa potrebbe
far sì
>che si possa sperare di convincere al cessare il fuoco.
>Credo che sia invece importante, come segnalano Gianni Broi e Annamaria
>Caracciolo, fare un po' di ecologia mentale e spazzare dalle nostre
>coscienze la merda retorica con la quale siamo bombardati, e
analizzare e
>considerare la situazione che abbiamo davanti con strumenti che anni
fa
>eravamo tutti abituati ad usare .
>per cui la solidarietà - verso chi?, - io non mi sento solidale
con
>nessuno, in questo momento, sono invece affranto per tutte le popolazioni
>costrette a subire tutto questo - compresa anche la nostra [per quanto
in
>misura infinitamente inferiore .... tutti là stanno soffrendo
oltre ciò
>che per noi qua è immaginabile].
>Alla fine ciò che indigna ancora più la guerra stessa,
è l'ostinazione dei
>governi di non raccontare le cose come stanno, e di non proporre
la loro
>scelta motivandola con vere ed incontrovertibili spiegazioni degli
>interessi in gioco.
qui mi trovi completamente
d'accordo e non c'è niente da aggiungere: è tutto chiaro
mi piacerebbe leggere i testi di gianni e annamaria
----------------------------------------------------
>E non esiste un compito per gli artisti.
>Non c'è un dovere di espressione.
qui no....
possiamo grossolanamente dividere gli artisti in due categorie:
la prima, molto estesa, è quella che contiene gli ispirati dal
"sacro fuoco" e che, più o meno coscientemente (e quindi
con più o meno furbizia) praticano le strade dell'arte con esigenze
'espressive'. questi fanno un gioco che serve a tacitare la cattiva coscienza
di un sistema sociale repressivo ed invadente (quello che sa anche fare
guerre) dando a questo sistema l'occasione per poter dire che siamo 'liberi'
di fare arte ed esprimerci... In questo caso l'arte gode di territori
virtualmente illimitati (purché virtuali) e rimane nella sfera
gestionale dei celebranti esoterici di rituali auto-referenziali dato
fondamentale di questa condizione è che l'artista in questo caso
si auto-nomina tale e, con un buon sistema di supporto mediatico può
continuare a perpetuare il nulla irraggiungibile o a produrre 'opere'
pacificanti (qui non parlo di pace) di quella cattiva coscienza di cui
sopra.
questo tipo di artista
è COMPLICE
>Beh, certo possiamo
esibirci a sostegno di qualcosa, oppure fare opere
>ispirate, ma forse lo scopo di questa lista è quello di proporre
un po' di
>imbarazzo verso queste risposte e di scontrarci con l'esigenza di
trovarne
>un'altra
un altro tipo di
artista è quello che, avendo coscienza di ciò, si fa chiamare
artista dal suddetto sistema. e può riuscirci raffinando ed approfondendo
la ricerca, rendendosi così credibile socialmente nella sua condizione
di 'artista' ed utilizzando questa posizione in cui ha acquisito 'parola'
e 'voce' per testimoniare imprendibilità, rendere professionale
la propria pratica visionaria, professionalizzare il 'delirio' che la
trasporta (è una questione di sopravvivenza, per poter coltivare
spirito e testimoniare che è ancora possibile)
intanto, con la 'parola
e la voce' di cui dispone trasporta parole e voci di cui viene negata
l'esistenza (oggi se non hai una esistenza mediatica, non hai esistenza)
non si assenta né si dimette, è dissidente e sovversivo
per definizione, almeno perché sposta il punto di vista, ma la
sua arte non è funzionale ciò da cui si dovrebbe invece
dimettere è invece la sua appartenenza a quella arrogante parte
del mondo (parlo di pensiero, ovviamente...) che mangia il 90% delle risorse
e che non è neanche il 10% della popolazione mondiale...
e rendere esemplare
questa posizione attraverso l'arte come si fa? sono percorsi individuali
a chi fosse interessato posso privatamente raccontare il mio o quello
di altri... basta contattarmi... qui sarebbe invadente e presuntuoso,
e comunque non costituirebbe né modello né parametro per
nessuno... naturalmente in tutto ciò che dico ci sarebbero milioni
di fumature possibili, ma a me ora interessava andare al nocciolo della
questione e quindi chiedo scusa se sono costretto a semplificare grossolanamente
-----------------------------------------------
albert ha scritto:
>Sembra che per
il momento prevalgano i contributi italofoni; penso
>comunque che tutti che finora hanno aderito e anche quelli che aderiranno
>capiscano l'inglese, indispensabile per e-mail e Internet.
INDISPENSABILE UN
ACCIDENTE!
l'inglese è la lingua del bastone, e la carota è internet!
La NATO parla inglese tutte le guerre oggi parlano inglese, mentre la
maggioranza della popolazione mondiale non parla inglese e sarebbe ora
che quegli ignoranti e presuntuosi di colonialisti cercassero umilmente
di comunicare con quelli a cui finora hanno solo "comunicato"
(soprattutto con le armi)... forse capirebbero qualcosa.... io capisco
mediamente l'inglese (pur senza averlo mai studiato) come un pakistano,
un indiano, un vietnamita, e, da domani, un bosniaco ed un croato....le
lingue (tranne quella materna che ha altre implicazioni) sono uno strumento
e, se posso, evito di suonare le trombe dell'impero.
MANGIAMOCI LA CAROTA
E ROMPIAMOGLI AFFETTUOSAMENTE (metafora... non voglio impugnare armi...)
IL BASTONE SULLA SCHIENA
un abbraccio
alberto
From: "Ann Brandenberger"
<brandenberger_a@hotmail.com>
To: michi@dinonet.it
Subject: Thank you re:self subscribing ed altro
Date: Wed, 26 May
1999 22:57:39
Thank you for the
English translation.
Ann
to: mem@dinonet.it
Subject: subscribe
Un caro abbracio a tutti
Roberto Barbanti
From: Francesco Michi
to: e_nightlist<mem@dinonet.it>
subject: re:Moderazione?
colgo l'accasione
per:
chiunque fosse entrato da pochi giorni in contatto con la nostra lista,
può trovare l'intera collezione di interventi al seguente indirizzo:http://www.dinonet.it/incontri/e_night.htm
vorrei poi pregare chiunque possa farlo, di fornire anche un breve abstract
in inglese - anche stentato come il mio - del proprio intervento,
questo per non cacciare dalla lista quei -pochi - interlocutori non italiani...
grazie
francesco
=========================
I would like to remember
that the complete collection of the messages of this list is avilable
at this address:http://www.dinonet.it/incontri/e_night.htm
thank you
francesco
To: michi@dinonet.it
Subject: Moderazione?
A every night,
quando partì il progetto, Francesco mi propose di assisterlo nella
"moderazione" dei contributi. Mi pare che per il momento possiamo
continuare a presentare sul sito i contributi così come arrivano.
Quando Luca e Francesco diedero l'avvio al progetto,io ero alquanto scettico,
ritenendo la categoria degli "artisti" (ex operatori) ormai
squalificata oltre misura. Vedo che almeno in parte mi sono sbagliato.
Penso che, nel nostro piccolissimo, non sia inutile vedere chi tra noi
il problema della guerra alla Serbia riesca a - e abbia voglia di - porselo
al di là dell'opinione pubblicata. Quanto all'azione concordo con
Luca che le situazioni, organizzazioni per essa non siano quelle nostre
- ma non credo che per questo dobbiamo smettere di fare quel che facciamo.
Sembra che per il momento prevalgano i contributi italofoni; penso comunque
che tutti che finora hanno aderito e anche quelli che aderiranno capiscano
l'inglese, indispensabile per e-mail e Internet. Per coloro che non sanno
l'italiano, si dovrà fare un riassunto dei contributi italiani?
Può essere un compito delicato, mi piacerebbe sentire vari pareri.
Albert
From: michi@dinonet.it
(Francesco Michi)
Subject: Re self-subscribing e altro
caro luca,
arriviamo ad un punto
nel quale non mi pare più di capire che cosa tu intenda come problema.
Se in qualche modo il
problema consiste nella impotenza di fronte ad un fenomeno come quello
al quale siamo costretti ad assistere, questa impotenza riguarda artisti
e non artisti, tutti quanti. In un sistema di relazioni più o meno
lecite internazionali, di interessi economici in gioco ed altro ancora
che immagino soltanto (e forse nemmeno in maniera esaustiva) non credo
che nemmeno una sollevazione di massa potrebbe far sì che si possa
sperare di convincere al cessare il fuoco.
Credo che sia invece
importante, come segnalano Gianni Broi e Annamaria Caracciolo, fare un
po' di ecologia mentale e spazzare dalle nostre coscienze la merda retorica
con la quale siamo bombardati, e analizzare e considerare la situazione
che abbiamo davanti con strumenti che anni fa eravamo tutti abituati ad
usare . per cui la solidarietà - verso chi?, - io non mi sento
solidale con nessuno, in questo momento, sono invece affranto per tutte
le popolazioni costrette a subire tutto questo - compresa anche la nostra
[per quanto in misura infinitamente inferiore .... tutti là stanno
soffrendo oltre ciò che per noi qua è immaginabile].
Alla fine ciò
che indigna ancora più la guerra stessa, è l'ostinazione
dei governi di non raccontare le cose come stanno, e di non proporre la
loro scelta motivandola con vere ed incontrovertibili spiegazioni degli
interessi in gioco.
E non esiste un compito
per gli artisti.
Non c'è un dovere
di espressione.
Beh, certo possiamo esibirci
a sostegno di qualcosa, oppure fare opere ispirate, ma forse lo scopo
di questa lista è quello di proporre un po' di imbarazzo verso
queste risposte e di scontrarci con l'esigenza di trovarne un'altra I
termini di discussione proposti da Gianni e Annamaria mi paiono convincenti,
anche se riferiti solo al panorama italiano.
Può darsi che
una volta forzati ad abbandonare l'emozione e il rammarico (quandanche
non retorico) venga fuori anche una proposta. alla prossima.....
francesco....
===================================================================
dear Luca,
I am not sure to undersand
what you consider as a problem In this situation I don't wonder if we,
as artists, feel ourself as impotent. We can only imagin the complex and
partly illicit relationships which guide our govenments into the war,
so I don't think that it would be possible to be really useful to stop
all this.
Maybe it would be necessary
to begin to consider this war and the choices of our governments with
thw same political instruments we used years ago...., and to remove out
of our minds the rethorical shit with which we are bombed So, for me,
it is not the matter to partecipate to concerts for peace and to realize
inspired works. I hope that this list and this discussion lead us to find
a different answer.
francesco
To: mem@dinonet.it
Subject: Self-subscribe?
A parte il fatto di
sottoscrivere al proprio sito, mi sembra sia ora di puntualizzare un paio
di cose (alle quali già si accennava con Francesco Michi al telefono
[altro media] ieri o avantiieri.
Il fatto è l'attivazione
REALE di qualcosa. Intendo dire che, a parte lo scambio di sottoscrizioni
e la mole di siti (links) in qualche modo dedicati alla questione di questa
guerra, dovremmo chiederci quale sia la possibilità (se ce ne è
una) di "uscire": una lettera a Milosevic, magari? Sto leggendo
un libro del "Circolo di Belgrado" (un gruppo di intellettuali
dissidenti dal regime), che arriva SEMPRE alla conclusione dell'impotenza
degli intellettuali di fronte a quel regime.
Qui si tratta di confermare
o meno la cosa (a parte le dovute [?] differenze). In altre parole, non
vorrei che questo "discussion corner" o come si chiama si risolvesse
in una ULTERIORE chiacchierata davanti ad un caffè (per quello
c'è già l'ottimo [sotto questo punto di vista] "Serbian
cafe"). Naturalmente si può ribattere in un paio di modi:
1) che possiamo fare?
(Quall'altro diceva "Is this all we can do?", un bel po' di
anni fa - università di Berkeley, dalle parti del '68);
2) dedichiamoci, una
volta finalmente abbandonata la musica, l'arte e tutte i nostri altri
divaghi mondani e commerciali, al volontariato, all'attivismo pacifista,
all'obiezione fiscale (e non) alle spese militari, ma di quella con la
quale si rischia un pochino, almeno.
(Vi farò una confidenza:
vi giuro che è più noioso frequentare centri pacifisti,
e probabilmente andare in Serbia, che fare un bel concerto di musiche
davvero innovative).
Mi scuso per i modi inurbani
con i quali mi sono espresso. Il problema, a parte la mia maleducazione,
è comunque REALE.
Semmai, IRREALE è
l'artista?
Luca Miti
Il seguente messaggio
è arrivato alla mailing list via fax indirizzato a Luca Miti
Il fax, firmato da Moreno
Miorelli fa spesso riferimento al festival da lui stesso organizzato a
Topolò, in provincia di Udine, intitolato "la Stazione"
o "Postaja" in sloveno.
ecco il testo,
francesco
===============================================================
Caro Luca,
sul "che fare?"
verrebbe da dire "non ci resta che la scelta dell'imbarazzo".
Ovviamente non basta, ma lo stato d'animo è quello. Per noi che
viviamo in zona di tensioni etniche (benché di ben più blando
effetto, s'intende) è particolarmente disarmante assistere a quanto
accade: riconosciamo il meccanismo a memoria, la cantilena è nota;
si può raccontarne il prima, il durante e il dopo con millimetrica
precisione, vista la vetustà del copione. Conosciamo la lenta deriva
che dalla sacrosanta richiesta dei diritti all'identità, scivola
sulla lastra imburrata della paranoia. Sappiamo cosa sono le ragioni di
entrambi, vere e insopportabili. La "Stazione", la "Postaja",
ha questa funzione: spingere lo sguardo fuori dal recinto avvelenato,
rasserenare l'identità, allargare anche di un micron il punto di
vista: per questo un neozelandese né presente, sempre, fin dalla
prima edizione. Ma è sul "che fare?" ora che mi interroghi.
"Concerti per la pace", lettere di solidarietà eccetera:
sono ottime cose ma, sai quanto me che non fermeranno una sola pallottola
ora. Però possono agire in qualche modo perché qualcuno,
in futuro, abbia un dubbio prima di sparare. Dubbi che ebbe Vladimir Gudac,
artista croato, richiamato al fronte più volte nei primi anni '90.
Si rifiutava di sparare, andava avanti solo con la macchina fotografica.
Fu picchiato dai suoi stessi commilitoni, la casa perquisita e mille altri
inconvenienti. Per puro miracolo riuscì a partecipare alla "Stazione"
del 1994.
Il senso di quanto accade
è, per me, da sempre racchiuso nel lavoro che ti invio. Una cosa
che il "mondo dell'arte" classifica come "concettuale".
un abbraccio
Moreno
P.S.
Spero che il fax renda leggibile il disegno
===================================================
Il disegno a cui Moreno Miorelli fa riferimento
è pubblicato al seguente indirizzo:
http://www.dinonet.it/incontri/
material.htm
To: mem@dinonet.it
From: Gianni Broi <gibroi@tin.it>
Subject: Subscribe
Ottima iniziativa. Questa alluvione di merda
retorica con l'uso sfacciato e ipocrita dei più vieti luoghi comuni
attinti alla cultura dell'intolleranza e della violenza nel momento stesso
in cui si dichiara di voler combattere la violenza e ripristinare diritti
umani violati, pone il problema di una urgente tematizzazione di alcune
grosse questioni:
1) dov'é andata a finire la cultura
laica radicale e di sinistra elaborata negli anni sessanta e settanta
sulla società capitalistica avanzata e sul ruolo della guerra nella
politica delle classi al potere?
2) il concetto di classe e sua sostituzione
con quello di raggruppamento sulla base di affinità di desideri,
di pratiche e di obiettivi comuni all'interno dei campi di attività,
professionali, artistici, ricreativi con l'elaborazione di forme di organizzazione
e mobilitazione transattiva e antiburocratica.
3) Chiarimento necessario e approfondimento
della posizione di fronte alla sinistra al potere in Italia o in altri
paesi e della linea di politica internazionale inaugurata con la partecipazione
all'avventura jugoslava.
4) Mobilitazione e intervento nell'immediato.
Lieti di partecipare allo spazio di discussione
da voi annuncito dichiariamo la nostra solidarietà e disponoibilità
Gianni Broi & Annamaria Caracciolo
Free Dog Club Di Firenze e di Cagliari
C.P.684 - 50123 Firenze
Tel. O55.35 98 68// 070.485949
Fax 055.359868 (dalle ore 21 alle 24 o con
avviso telefonico)
email: gibroi@tin.it
Return-Path: <lucamiti@hotmail.com>
From: "luca miti" <lucamiti@hotmail.com>
To: michi@dinonet.it
Subject: Contributo a "everynight"
Date: Thu, 20 May 1999 13:23:08 PDT
Caro Francesco,
ecco un contributo arrivatomi via posta. Te
lo mando via e-mail, trasferiscilo tra gli altri.
Concerning war in Jugoslavia, artists,
e-mail...
I think wars like this might come about out
of lack of knowledge and understanding.
So-connecting us people in the West and
ordinary people in Serbia could be revolutionary. Probably most of them
do not know what is going on in Kosovo and why their country is attacked,
and we might learn something from them, too.
E-mail could do this!
This is not a special artist's task, but
we would probably do a good job here, as we are sensitive people. The
insight gained in such an action could certainly serve as an inspiration
for concerts etc.
Carl Bergstroem-Nielsen
carl.bn@get2net.dk
Return-Path: <martasoft@polito.it>
From: marta regge <martasoft@polito.it>
Subject: subscribe
To: mem@dinonet.it
e sono 11
To: everynight <mem@dinonet.it>
From: e_nightlist <mem@dinonet.it>
Subject: primi arrivi - former subscriptions
cari amici,
abbiamo ricevuto le prime sottoscrizioni,
circa una decina.
ho reputato per ora nevcessario non rispedire
alcuni messaggi che hanno come contenuto discussioni circa l'essere pro
o cobntro l'intervento armeto. Noi abbiamo giudicato utile questa lista
qualora proponga qualcosa di costruttivo, e non scenda nel merito delle
ragioni e dei torti delle varie nazioni. Vorremmo poter fermare la guerra,
qualunque guerra, perché comunque residuo di barbarie, fra le lettere
arrivate , quella di Mark Tryle propone l'idea di progettare un lavoro
sulla rete insieme ad aristi serbi, Roberto Gilli ci indica alcuni siti
nei quali il nostro stesso argiomento è o è stato trattato.
aspettiamo altri input.
francesco
dear friends
we received the former subscriptions... around
ten.
Mark Tryle, from California, propose to us
to try to begin a collaborative work with some serbian artist.
Robero Gilli, from Trieste, suggest to us
some internet addresses which seem to broach our very theme.
We are waithin for more inputs
francesco
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