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To: e_nightlist<mem@dinonet.it>
From: Paolo Tramannoni <p.tram@fastnet.it> (by way of e_nightlist <mem@dinonet.it>)
Subject: Re: Fwd: Moderazione?

>>Quanto all'azione concordo con Luca che le situazioni,
>>organizzazioni per essa non siano quelle nostre - ma non
>>credo che per questo dobbiamo smettere di fare quel che
>>facciamo.

Albert, I guess we should be witnesses of our time. Maybe this is not a strong reason for many, but I hope our work can be useful for people who will come after us. We will not stop this war, but maybe we will the next wars.
We must withness of crimes against common people, the rule of drug and war commerce, the current world situation, where the military power overcomes the political power, and people can't decide anything.
We must withness of discrimination for religious reasons; we must withness for war against common people, instead of a true military war. This is our time, and the details will be lost, unless we don't make our work.
And another subtle danger appeared: the unconfessed need for an enemy. It is not only Serbs against Albanians, it is a nation in peace like Italy, who is looking for wichever enemy: it can be Russia, Iraq, Yugoslavia, or even Southern or Northern people. It's the same. It's an enemy, and it is enough.
Peace is not the preferred condition for many, and this is the real danger.
This is the true illness of our times, much worse than depression or cancer. This is what we must try to sane.
See you,
Paolo

Paolo Tramannoni
Via M.L.King, 6/A - 62017 Porto Recanati (Mc) - Italy
Phone: +39-071-7591268 - 0347-8177569 - Fax: +39-071-7591268
E-Mail: p.tram@fastnet.it -
 tramannoni@korg.it
http://www.korg.nethttp://www.jce.it


To: e_nightlist<mem@dinonet.it>
From: michi@dinonet.it (Francesco Michi)
Subject: Re: Ancora su Quale artista

At 00.44 30/05/99 +0200, you wrote:

>Caro Francesco avevo mandato lo stesso testo ma con qualche ritocco, che
>però è stato respinto per errore del tuo infdirizzo. Nel frattempo ricevo
>una lettera da Alberto. Grazie di averglielo inviato e comunque si è
>avviato un chiarimento per qualche fraintendimento nell'interpretazione
>delle sue dichiarazioni.
>Gianni
>

Se non è una cosa privata, non sarebbe il caso che la lettera di Alberto fosse reindirizzata a tutta la lista?
grazie
francesco


To: michi@dinonet.it
rom: Gianni Broi <gibroi@tin.it>
Subject: Ancora su Quale artista

Caro Francesco avevo mandato lo stesso testo ma con qualche ritocco, che però è stato respinto per errore del tuo infdirizzo. Nel frattempo ricevo una lettera da Alberto. Grazie di averglielo inviato e comunque si è avviato un chiarimento per qualche fraintendimento nell'interpretazione delle sue dichiarazioni.

Gianni


To: michi@dinonet.it (Francesco Michi)
From: Gianni Broi <gibroi@tin.it>

Subject: Re: Fwd: re:self subscribing ed altro

QUALE ARTISTA ?

Non vedo una grande differenza tra le due categorie di artisti indicate da Alberto. Si tratta sempre dell'Artista- Unico, che ha bisogno della distanza dagli altri per costituirsi come tale. Distanza tra chi ha e chi non ha, che è poi il principio su cui si regge, da alcuni secoli, tutto il sistema dell'arte come art market. C'è un'enfasi posta sull' " io " che né la filosofia né le " scienze umane " dalla psicologia alla sociologia, alla linguistica, sembrano giustificare. Un'enfasi, anche, sull'influenza dell'artista sulla società e sulla storia ch è tutta da dimostrare. Perché questo discorso sia utile occorre farlo uscire dalle secche del narcisismo primario o autoreferenziale, e chiedersi : che ne è " dell'istinto di morte " - il principio equilibratore contrapposto da Freud a quello " del piacere " ?   Ebbene, c'è da giurarlo : in questa concezione enfatizzata del'io artista e dell'arte, la pulsione di morte è rimossa, proiettata all'esterno, proiettata sull' " altro ", nel momento stesso in cui io per costituirmi artista ho bisogno che gli altri non lo siano, che siano passivizzati, negatiŠ. Nel nostro universo, in cui " tout se tient ", il meccanismo non è diverso (anche se su un piano incommensurabilmente più grande) da quello che spinge personaggi di tipo clintoniano, dall'eterno sorriso  stereotipato, con tutto un immenso entourage europeo e mondiale, a costruirsi la figura, meglio se personalizzata, di un nemico diabolico da distruggere, costi quello che costi, vittime civili comprese, ospedali scuole abitazioni.
Non sto negando diritto di esistenza all'arte e all'artista : ciascuno ha diritto di divertirsi come può. L'importante per il discorso che qui c'interessa, è essere consapevoli a fondo delle implicazioni delle nostre scelte e, restando pure sul terreno dell'arte, vedere come sia possibile aprirsi al tema dell' " altro ", del " noi ", non sul piano puramente rappresentativo  ma sul piano produttivo, della ricerca organizzata o comunque interattiva il cui cardine non sia la competizione ma l'amicizia, costi quello che costi : la rottura stessa con, e l'uscita da,  un sistema bloccato, contro il quale si sono infranti gli slanci, pur generosi, delle avanguardie.

Gianni Broi & Annamaria Caracciolo

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ABSTRACT

WHICH ARTIST ?

All concept of artist as " ego " is connected, in the final analysis, with the concept of distance : distance from the others, discrimination between artist and not-artist, competition, denial , refusal. It is,in general terms, the level of the primary, auto referential narcissism,  which keeps with the removing and projection of death instinct  over the others. A similar mechanism, in politics, pushes  severy politic leaders or milItar commanders to build some enemy-target to destroy at all costs. Instead, it needs, also in art, to find some production way centred on the group research, on the anticompetition, on the friendship.


To: mem@dinonet.it
Subject: Some links from Luca Miti

Here some links I think are interesting for us (from my personal point of view, of course).
The first one is from the University of Belgrade: they are searching for letter(s) of solidariety. The site is:http://www.rcub.bg.ac.yu/
and the e-mail is:
ubginfo@rect.bg.ac.yu

This other is a site of a Serbian artist, that's interesting, may be, more for  some of his works than for his strong anti-americanism (to see, however): http://www.members.tripod.com/~aart/index.html

The last is a concession to my narcisism. It's a "composition" of mine.
It asks for a (little) discussion about it (or, if you prefere, about our role):

http://members.tripod.com/~repoem/blood/amssi_kisha.html

(this site is interesting for the others works against the war).

Bye for the moment,

Luca Miti


E' arrivato un contributo da Anton Roca. Si può vedere a questo indirizzo:

There is a contribution sent to us by Anton Roca.
You can see it at this address:

http://www.dinonet.it/incontri/materia1.htm

Francesco


 

To: Francesco Michi <michi@dinonet.it>
From: Paolo Tramannoni <p.tram@fastnet.it>
Subject: lista

Ciao Francesco,
Solo un'osservazione di tipo "gestionale" sulla lista, che mi pare stia cominciando a funzionare: usa il Redirect, invece che il Forward; in questo modo potremmo ricevere i messaggi senza il segnbo di citazione, e sapere sempre qual'è la proposta, e quale la risposta.

Ciao, e a presto,
Paolo

Paolo Tramannoni
Via M.L.King, 6/A - 62017 Porto Recanati (Mc) - Italy
Phone: +39-071-7591268 - 0347-8177569 - Fax: +39-071-7591268
E-Mail: p.tram@fastnet.it - tramannoni@korg.it
http://www.korg.net
http://www.jce.it


To: mem@dinonet.it
Subject: subscribe!

> C-Voltaire, Quartiere Navile, Arci Bologna presentano
>
> G U E R N I C A
>
> mostra-evento contro la guerra
>
> sabato 29 maggio 1999 ore 18
>
> Nark Bkb, Paolo Maggi, Rita Scrofani, Anton Roca, Alvise Renzini,
> Gianguido Toni, Gianni Pedullà, Christian Rainer, Cateno Sanalitro,
> Jennifer Ramsay, Alessandro Rivola, Stephanie Portoghese, Fabrizio
> Passarella, Angelo Generali, Alessandro Menegoli, Stefano  Marchesini,
> Luigi Mastrangelo, Mathias Gumprich, Antonio Giordano, Roberto
> Contarini, Karin Andersen, Manuela Corti, Vitettantonio, Totò Cariello,
> Mario Volpi, Lelio Aiello, Miguel Pla, Ma Lin, SQUP
>
> a cura di Tiziana Ramponi
>
> Spazio Cultura Navile

> Via Giuriolo 7
> Bologna
>
> info line 051 4151326 (Quartiere Navile)
>
> intervento/spettacolo a cura di Elio Perrone e Giacomo Cristini
_________________________________________________________________________________

karin andersen, bologna  tel. 051 334089
andersen@cassiopea.it


From: Francesco Michi
to: <nad3824@iperbole.bologna.it

subject: gianni e annamaria

caro alberto,
il testodi gainni broi e annamaria caracciolo dovrebbe esserti arrivato con la lista, e comunque è consultabile fra i messaggi a paginahttp://www.dinonet.it/incontri/e_night.htm

ciao e grazie
francesco


From: nad3824@iperbole.bologna.it
To: michi@dinonet.it (Francesco Michi)

Subject: piccola aggiunta

una piccola aggiunta alla precedente lettera (scritta in un'alba insonne e poco lucida):
il primo impegno che potrebbe assumere l'artista in tempo di guerra (e non solo) è quello di essere chiaro e comunicativo questo non significa banalizzare la portata e lo spessore della ricerca, ma solo che bisogna avere il coraggio di assumere su di sé il valore della chiarezza e considerare il lato comunicativo come parte dell'opera. penso che quando si occupa uno spazio 'non-privato' con la parola o il gesto, si abbia il dovere di rendere conto di ciò a chi ci sta davanti. e penso che utilizzare uno spazio 'non-privato' di questi tempi significa anche e soprattutto contestualizzarlo e pronunciarsi in merito

creare la fascinazione di una pronuncia 'convincente ed attraente' è compito dell'arte
ciò che conta è il pensiero che questa facinazione trasmette
considero poco utile (e a volte addirittura delittuoso) non spendere in modo appropriato questo spazio sottratto alla gestione comunicante del potere

bacioni
al

p.s. so che ciò che dico è scontato per tutti, ma vorrei che si partisse dal fondo per parlare di funzione dell'arte nel sociale

 


From: nad3824@iperbole.bologna.it
To: michi@dinonet.it (Francesco Michi)
Subject: re:self subscribing ed altro

cari tutti,
(e dire cari in tempi di guerra non è formale)
>Se in qualche modo il problema consiste nella impotenza di fronte ad un
>fenomeno come quello al quale siamo costretti ad assistere, questa
>impotenza riguarda artisti e non artisti, tutti quanti. In un sistema di
>relazioni più o meno lecite internazionali, di interessi economici in
>gioco ed altro ancora che immagino soltanto (e forse nemmeno in maniera
>esaustiva) non credo che nemmeno una sollevazione di massa potrebbe far sì
>che si possa sperare di convincere al cessare il fuoco.
>Credo che sia invece importante, come segnalano Gianni Broi e Annamaria
>Caracciolo, fare un po' di ecologia mentale e spazzare dalle nostre
>coscienze la merda retorica con la quale siamo  bombardati, e analizzare e
>considerare la situazione che abbiamo davanti con strumenti che anni fa
>eravamo tutti abituati ad usare .
>per cui la solidarietà - verso chi?, - io non mi sento solidale con
>nessuno, in questo momento, sono invece affranto per tutte le popolazioni
>costrette a subire tutto questo - compresa anche la nostra [per quanto in
>misura infinitamente inferiore .... tutti là stanno soffrendo oltre ciò
>che per noi qua è immaginabile].
>Alla fine ciò che indigna ancora più la guerra stessa, è l'ostinazione dei
>governi di non  raccontare le cose come stanno, e di non proporre la loro
>scelta motivandola con vere ed incontrovertibili spiegazioni degli
>interessi in gioco.

qui mi trovi completamente d'accordo e non c'è niente da aggiungere: è tutto chiaro mi piacerebbe leggere i testi di gianni e annamaria
----------------------------------------------------
>E non esiste un compito per gli artisti.
>Non c'è un dovere di espressione.

qui no....
possiamo grossolanamente dividere gli artisti in due categorie:
la prima, molto estesa, è quella che contiene gli ispirati dal "sacro fuoco" e che, più o meno coscientemente (e quindi con più o meno furbizia) praticano le strade dell'arte con esigenze 'espressive'. questi fanno un gioco che serve a tacitare la cattiva coscienza di un sistema sociale repressivo ed invadente (quello che sa anche fare guerre) dando a questo sistema l'occasione per poter dire che siamo 'liberi' di fare arte ed esprimerci... In questo caso l'arte gode di territori virtualmente illimitati (purché virtuali) e rimane nella sfera gestionale dei celebranti esoterici di rituali auto-referenziali dato fondamentale di questa condizione è che l'artista in questo caso si auto-nomina tale e, con un buon sistema di supporto mediatico può continuare a perpetuare il nulla irraggiungibile o a produrre 'opere' pacificanti (qui non parlo di pace) di quella cattiva coscienza di cui sopra.

questo tipo di artista è COMPLICE

>Beh, certo possiamo esibirci a sostegno di qualcosa, oppure fare opere
>ispirate, ma forse lo scopo di questa lista è quello di proporre un po' di
>imbarazzo verso queste risposte e di scontrarci con l'esigenza di trovarne
>un'altra

un altro tipo di artista è quello che, avendo coscienza di ciò, si fa chiamare artista dal suddetto sistema. e può riuscirci raffinando ed approfondendo la ricerca, rendendosi così credibile socialmente nella sua condizione di 'artista' ed utilizzando questa posizione in cui ha acquisito 'parola' e 'voce' per testimoniare imprendibilità, rendere professionale la propria pratica visionaria, professionalizzare il 'delirio' che la trasporta (è una questione di sopravvivenza, per poter coltivare spirito e testimoniare che è ancora possibile)

intanto, con la 'parola e la voce' di cui dispone trasporta parole e voci di cui viene negata l'esistenza (oggi se non hai una esistenza mediatica, non hai esistenza) non si assenta né si dimette, è dissidente e sovversivo per definizione, almeno perché sposta il punto di vista, ma la sua arte non è funzionale ciò da cui si dovrebbe invece dimettere è invece la sua appartenenza a quella arrogante parte del mondo (parlo di pensiero, ovviamente...) che mangia il 90% delle risorse e che non è neanche il 10% della popolazione mondiale...

e rendere esemplare questa posizione attraverso l'arte come si fa? sono percorsi individuali a chi fosse interessato posso privatamente raccontare il mio o quello di altri... basta contattarmi... qui sarebbe invadente e presuntuoso, e comunque non costituirebbe né modello né parametro per nessuno... naturalmente in tutto ciò che dico ci sarebbero milioni di fumature possibili, ma a me ora interessava andare al nocciolo della questione e quindi chiedo scusa se sono costretto a semplificare grossolanamente
-----------------------------------------------

albert ha scritto:

>Sembra che per il momento prevalgano i contributi italofoni; penso
>comunque che tutti che finora hanno aderito e anche quelli che aderiranno
>capiscano l'inglese, indispensabile per e-mail e Internet.

INDISPENSABILE UN ACCIDENTE!
l'inglese è la lingua del bastone, e la carota è internet!
La NATO parla inglese tutte le guerre oggi parlano inglese, mentre la maggioranza della popolazione mondiale non parla inglese e sarebbe ora che quegli ignoranti e presuntuosi di colonialisti cercassero umilmente di comunicare con quelli a cui finora hanno solo "comunicato" (soprattutto con le armi)... forse capirebbero qualcosa.... io capisco mediamente l'inglese (pur senza averlo mai studiato) come un pakistano, un indiano, un vietnamita, e, da domani, un bosniaco ed un croato....le lingue (tranne quella materna che ha altre implicazioni) sono uno strumento e, se posso, evito di suonare le trombe dell'impero.

MANGIAMOCI LA CAROTA E ROMPIAMOGLI AFFETTUOSAMENTE (metafora... non voglio impugnare armi...) IL BASTONE SULLA SCHIENA
un abbraccio

alberto


From: "Ann Brandenberger" <brandenberger_a@hotmail.com>
To: michi@dinonet.it
Subject: Thank you re:self subscribing ed altro

Date: Wed, 26 May 1999 22:57:39

Thank you for the English translation.

Ann


to: mem@dinonet.it
Subject: subscribe
Un caro abbracio a tutti
Roberto Barbanti


From: Francesco Michi
to: e_nightlist<mem@dinonet.it>

subject: re:Moderazione?

colgo l'accasione per:
chiunque fosse entrato da pochi giorni in contatto con la nostra lista, può trovare l'intera collezione di interventi al seguente indirizzo:http://www.dinonet.it/incontri/e_night.htm
vorrei poi pregare chiunque possa farlo, di fornire anche un breve abstract in inglese - anche stentato come il mio -  del proprio intervento, questo per non cacciare dalla lista quei -pochi - interlocutori non italiani...

grazie

francesco

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I would like to remember that the complete collection of the messages of this list is avilable at this address:http://www.dinonet.it/incontri/e_night.htm

thank you
francesco


To: michi@dinonet.it
Subject: Moderazione?

A every night,
quando partì il progetto, Francesco mi propose di assisterlo nella "moderazione" dei contributi. Mi pare che per il momento possiamo continuare a presentare sul sito i contributi così come arrivano. Quando Luca e Francesco diedero l'avvio al progetto,io ero alquanto scettico, ritenendo la categoria degli "artisti" (ex operatori) ormai squalificata oltre misura. Vedo che almeno in parte mi sono sbagliato. Penso che, nel nostro piccolissimo, non sia inutile vedere chi tra noi il problema della guerra alla Serbia riesca a - e abbia voglia di - porselo al di là dell'opinione pubblicata. Quanto all'azione concordo con Luca che le situazioni, organizzazioni per essa non siano quelle nostre - ma non credo che per questo dobbiamo smettere di fare quel che facciamo. Sembra che per il momento prevalgano i contributi italofoni; penso comunque che tutti che finora hanno aderito e anche quelli che aderiranno capiscano l'inglese, indispensabile per e-mail e Internet. Per coloro che non sanno l'italiano, si dovrà fare un riassunto dei contributi italiani? Può essere un compito delicato, mi piacerebbe sentire vari pareri.

Albert


From: michi@dinonet.it (Francesco Michi)
Subject: Re self-subscribing e altro

caro luca,
arriviamo ad un punto nel quale non mi pare più di capire che cosa tu intenda come problema.
Se in qualche modo il problema consiste nella impotenza di fronte ad un fenomeno come quello al quale siamo costretti ad assistere, questa impotenza riguarda artisti e non artisti, tutti quanti. In un sistema di relazioni più o meno lecite internazionali, di interessi economici in gioco ed altro ancora che immagino soltanto (e forse nemmeno in maniera esaustiva) non credo che nemmeno una sollevazione di massa potrebbe far sì che si possa sperare di convincere al cessare il fuoco.
Credo che sia invece importante, come segnalano Gianni Broi e Annamaria Caracciolo, fare un po' di ecologia mentale e spazzare dalle nostre coscienze la merda retorica con la quale siamo bombardati, e analizzare e considerare la situazione che abbiamo davanti con strumenti che anni fa eravamo tutti abituati ad usare . per cui la solidarietà - verso chi?, - io non mi sento solidale con nessuno, in questo momento, sono invece affranto per tutte le popolazioni costrette a subire tutto questo - compresa anche la nostra [per quanto in misura infinitamente inferiore .... tutti là stanno soffrendo oltre ciò che per noi qua è immaginabile].
Alla fine ciò che indigna ancora più la guerra stessa, è l'ostinazione dei governi di non raccontare le cose come stanno, e di non proporre la loro scelta motivandola con vere ed incontrovertibili spiegazioni degli interessi in gioco.
E non esiste un compito per gli artisti.
Non c'è un dovere di espressione.
Beh, certo possiamo esibirci a sostegno di qualcosa, oppure fare opere ispirate, ma forse lo scopo di questa lista è quello di proporre un po' di imbarazzo verso queste risposte e di scontrarci con l'esigenza di trovarne un'altra I termini di discussione proposti da Gianni e Annamaria mi paiono convincenti, anche se riferiti solo al panorama italiano.
Può darsi che una volta forzati ad abbandonare l'emozione e il rammarico (quandanche non retorico) venga fuori anche una proposta. alla prossima.....
francesco....
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dear Luca,
I am not sure to undersand what you consider as a problem In this situation I don't wonder if we, as artists, feel ourself as impotent. We can only imagin the complex and partly illicit relationships which guide our govenments into the war, so I don't think that it would be possible to be really useful to stop all this.
Maybe it would be necessary to begin to consider this war and the choices of our governments with thw same political instruments we used years ago...., and to remove out of our minds the rethorical shit with which we are bombed So, for me, it is not the matter to partecipate to concerts for peace and to realize inspired works. I hope that this list and this discussion lead us to find a different answer.

francesco


To: mem@dinonet.it
Subject: Self-subscribe?

A parte il fatto di sottoscrivere al proprio sito, mi sembra sia ora di puntualizzare un paio di cose (alle quali già si accennava con Francesco Michi al telefono [altro media] ieri o avantiieri.
Il fatto è l'attivazione REALE di qualcosa. Intendo dire che, a parte lo scambio di sottoscrizioni e la mole di siti (links) in qualche modo dedicati alla questione di questa guerra, dovremmo chiederci quale sia la possibilità (se ce ne è una) di "uscire": una lettera a Milosevic, magari? Sto leggendo un libro del "Circolo di Belgrado" (un gruppo di intellettuali dissidenti dal regime), che arriva SEMPRE alla conclusione dell'impotenza degli intellettuali di fronte a quel regime.
Qui si tratta di confermare o meno la cosa (a parte le dovute [?] differenze). In altre parole, non vorrei che questo "discussion corner" o come si chiama si risolvesse in una ULTERIORE chiacchierata davanti ad un caffè (per quello c'è già l'ottimo [sotto questo punto di vista] "Serbian cafe"). Naturalmente si può ribattere in un paio di modi:
1) che possiamo fare? (Quall'altro diceva "Is this all we can do?", un bel po' di anni fa - università di Berkeley, dalle parti del '68);
2) dedichiamoci, una volta finalmente abbandonata la musica, l'arte e tutte i nostri altri divaghi mondani e commerciali, al volontariato, all'attivismo pacifista, all'obiezione fiscale (e non) alle spese militari, ma di quella con la quale si rischia un pochino, almeno.
(Vi farò una confidenza: vi giuro che è più noioso frequentare centri pacifisti, e probabilmente andare in Serbia, che fare un bel concerto di musiche davvero innovative).
Mi scuso per i modi inurbani con i quali mi sono espresso. Il problema, a parte la mia maleducazione, è comunque REALE.
Semmai, IRREALE è l'artista?

Luca Miti


Il seguente messaggio è arrivato alla mailing list via fax indirizzato a Luca Miti
Il fax, firmato da Moreno Miorelli fa spesso riferimento al festival da lui stesso organizzato a Topolò, in provincia di Udine, intitolato "la Stazione" o "Postaja" in sloveno.
ecco il testo,

francesco

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Caro Luca,
sul "che fare?" verrebbe da dire "non ci resta che la scelta dell'imbarazzo". Ovviamente non basta, ma lo stato d'animo è quello. Per noi che viviamo in zona di tensioni etniche (benché di ben più blando effetto, s'intende) è particolarmente disarmante assistere a quanto accade: riconosciamo il meccanismo a memoria, la cantilena è nota; si può raccontarne il prima, il durante e il dopo con millimetrica precisione, vista la vetustà del copione. Conosciamo la lenta deriva che dalla sacrosanta richiesta dei diritti all'identità, scivola sulla lastra imburrata della paranoia. Sappiamo cosa sono le ragioni di entrambi, vere e insopportabili. La "Stazione", la "Postaja", ha questa funzione: spingere lo sguardo fuori dal recinto avvelenato, rasserenare l'identità, allargare anche di un micron il punto di vista: per questo un neozelandese né presente, sempre, fin dalla prima edizione. Ma è sul "che fare?" ora che mi interroghi. "Concerti per la pace", lettere di solidarietà eccetera: sono ottime cose ma, sai quanto me che non fermeranno una sola pallottola ora. Però possono agire in qualche modo perché qualcuno, in futuro, abbia un dubbio prima di sparare. Dubbi che ebbe Vladimir Gudac, artista croato, richiamato al fronte più volte nei primi anni '90. Si rifiutava di sparare, andava avanti solo con la macchina fotografica. Fu picchiato dai suoi stessi commilitoni, la casa perquisita e mille altri inconvenienti. Per puro miracolo riuscì a partecipare alla "Stazione" del 1994.
Il senso di quanto accade è, per me, da sempre racchiuso nel lavoro che ti invio. Una cosa che il "mondo dell'arte" classifica come "concettuale".

un abbraccio
Moreno

P.S.
Spero che il fax renda leggibile il disegno

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Il disegno a cui Moreno Miorelli fa riferimento è pubblicato al seguente indirizzo:
http://www.dinonet.it/incontri/ material.htm


To: mem@dinonet.it
From: Gianni Broi <gibroi@tin.it>
Subject: Subscribe

Ottima iniziativa. Questa alluvione di merda retorica con l'uso sfacciato e ipocrita dei più vieti luoghi comuni attinti alla cultura dell'intolleranza e della violenza nel momento stesso in cui si dichiara di voler combattere la violenza e ripristinare diritti umani violati, pone il problema di una urgente tematizzazione di alcune grosse questioni:
1) dov'é andata a finire la cultura laica radicale e di sinistra elaborata negli anni sessanta e settanta sulla società capitalistica avanzata e sul ruolo della guerra nella politica delle classi al potere?
2) il concetto di classe e sua sostituzione con quello di raggruppamento sulla base di affinità di desideri, di pratiche e di obiettivi comuni all'interno dei campi di attività, professionali, artistici, ricreativi con l'elaborazione di forme di organizzazione e mobilitazione transattiva e antiburocratica.
3) Chiarimento necessario e approfondimento della posizione di fronte alla sinistra al potere in Italia o in altri paesi e della linea di politica internazionale inaugurata con la partecipazione all'avventura jugoslava.
4) Mobilitazione e intervento nell'immediato.

Lieti di partecipare allo spazio di discussione da voi annuncito dichiariamo la nostra solidarietà e disponoibilità

Gianni Broi & Annamaria Caracciolo
Free Dog Club Di Firenze e di Cagliari
C.P.684 - 50123 Firenze
Tel. O55.35 98 68// 070.485949
Fax 055.359868 (dalle ore 21 alle 24 o con avviso telefonico)

email: gibroi@tin.it


Return-Path: <lucamiti@hotmail.com>
From: "luca miti" <lucamiti@hotmail.com>
To: michi@dinonet.it
Subject: Contributo a "everynight"
Date: Thu, 20 May 1999 13:23:08 PDT

Caro Francesco,
ecco un contributo arrivatomi via posta. Te lo mando via e-mail, trasferiscilo tra gli altri.

 Concerning war in Jugoslavia, artists, e-mail...
I think wars like this might come about out of lack of knowledge and understanding. 

So-connecting us people in the West and ordinary people in Serbia could be revolutionary. Probably most of them do not know what is going on in Kosovo and why their country is attacked, and we might learn something from them, too.

E-mail could do this!  

This is not a special artist's task, but we would probably do a good job here, as we are sensitive people. The insight gained in such an action could certainly serve as an inspiration for concerts etc.

  Carl Bergstroem-Nielsen

carl.bn@get2net.dk 


 Return-Path: <martasoft@polito.it>
From: marta regge <martasoft@polito.it>
Subject: subscribe
To: mem@dinonet.it

 e sono 11


To: everynight <mem@dinonet.it>
From: e_nightlist <mem@dinonet.it>
Subject: primi arrivi - former subscriptions

cari amici,
abbiamo ricevuto le prime sottoscrizioni, circa una decina.

ho reputato per ora nevcessario non rispedire alcuni messaggi che hanno come contenuto discussioni circa l'essere pro o cobntro l'intervento armeto. Noi abbiamo giudicato utile questa lista qualora proponga qualcosa di costruttivo, e non scenda nel merito delle ragioni e dei torti delle varie nazioni. Vorremmo poter fermare la guerra, qualunque guerra, perché comunque residuo di barbarie, fra le lettere arrivate , quella di Mark Tryle propone l'idea di progettare un lavoro sulla rete insieme ad aristi serbi, Roberto Gilli ci indica alcuni siti nei quali il nostro stesso argiomento è o è stato trattato.

 aspettiamo altri input.

 francesco

 

dear friends
we received the former subscriptions... around ten.
Mark Tryle, from California, propose to us to try to begin a collaborative work with some serbian artist.
Robero Gilli, from Trieste, suggest to us some internet addresses which seem to broach our very theme. 

We are waithin for more inputs

francesco

 

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