BIBLOGRAFIA ESSENZIALE
 

anton roca

nato a Reus, Catalogna , nel 1960

Di formazione autodidatta il suo lavoro, intriso di una stretta interazione tra le esperienze vitali e quelle artistiche, tende alla definizione di una spiritualità che, attraverso l'arte, porti al superamento del Sé. Il suo agire artistico muove dall'osservazione e, per veicolare il risultato di questa azione riflessiva, si avvale di un metodo interdisciplinare e trasversale alle risorse espressive dell'arte contemporanea: fotografia, scultura, azioni, ... che convivono nell'ambito delle installazioni. Ne emerge una poetica che trascende il fatto estetico per approdare all'etica: l'arte come trasmissione di senso e nella quale il ruolo dell'artista assume un carattere collettivo.

L'esordio artistico risale al 1977, esponendo, sin da allora, in numerose mostre personali, collettive e partecipando anche a diversi festival; in un iter che dalla Catalogna lo porta, tramite la pratica di una coscienza nomade dell'arte, a viaggiare attraverso l'Europa: Germania, Ungheria ed infine Italia, dove attualmente ha il suo studio.

Nel 1986 apre la Mental Permanent Factory, uno stato mentale di ascolto permanente caratterizzato da una predisposizione al dialogo ed agli scambi nonchè a collaborazioni con artisti provenienti da altri settori della ricerca artistica: musicisti, poeti, scrittori, attori, ...

Dal 1994 é il direttore artistico di "Altra Musica/Altri Canti", un luogo di incontro rivolto ad accogliere quelle esperienze artistiche che muovono dalla ricerca e dalla sperimentazione.

Inoltre, Mental Permanent Factory si propone come estensione sociale dell'attività pretamente artistica, occupandosi di grafica, design ed educazione.

Opere di Anton Roca si trovano in collezioni pubbliche e private all'interno di un ambito europeo: Barcellona, Berlino, Budapest, Cesena, Roma, Reus e Tarragona.

Nel 1998, il Comune di Cesena ha promosso la realizzazione della mostra Das Erd Projekt, che accoglieva i lavori realizzati dall'artista nell'arco di quattordici anni.
Per l'occasione é stato pubblicato il catalogo omonimo Das Erd Projekt a cura di Danilo Montanari Editore, corredato anche dagli scritti teorici dello stesso artista; dai testi critici di: Roberto Barbanti, Ada Lombardi, Pilar Parcerisas, Francesca Pietracci e Paola Bristot; con un contributo poetico di Antonio Arévalo e una lettera del poeta Alberto Masala.

Superare il limite*

Roca indaga innanzitutto il periodo che stiamo attraversando, che si presenta sempre più caratterizzato come un'epoca di migrazioni. Così come l'accelerazione dei passaggi di frontiera e di assestamento degli ultimi decenni, le distinzioni tra origine e destinazione, esilio e assimilazione, familiare ed estraneo sono diventate sempre più difficili da sostenere. A partire da queste considerazioni, l'artista, interagendo con il mondo esterno, entra costantemente in rapporto con il limite, tanto che approfondendone i contenuti e le metodologie alimenta il desiderio, la volontà, la necessità di attraversarne e di forzarne i recinti ideologici e culturali.Questione che Roca affronta coerentemente, ripensando e superando le demarcazioni tradizionali delle varie discipline e dei vari linguaggi espressivi con il ricorso alla fotografia, al video, all'allestimento quali strumenti della interrelazione tra forma e contesto.

Giancarlo Papi
*Dal testo del catalogo Vers Orient. Edizione d'Arte MPF, Cesena 2001.

 


Il Movimento Interiore*


Il perno della poetica e - si può ben dire- filosofia di Anton Roca, che si muove tra coscienza civile/politica e psicanalisi, è nel riconoscimento -direi (e a ragione) al limite dell'ossessivo- della difficoltà del mondo moderno nel riconoscere la Diversità, l'Alterità, l'Altro.
Tanto che allora alle materie dell'arte -che sono tutte le possibili, materiali ed immateriali- aggiunge di fatto il suo stesso Sè.
Ogni fotografia, disegno, assemblaggio, oggetto, azione, installazione, quadro di Anton Roca provoca per immedesimazione, compenetrazione o associazione, prima nell'artista stesso e poi in noi, l'atto di quella rimozione dell'Altro; e poi determina il moto interiore necessario al ripristino di quella unità soggetto/oggetto, idea/materia che potrà nel tempo della vita liberarci dalla barriera interiore anche sensualmente accecante.

Simonetta Lux
* Dal testo del catalogo della mostra Out Of Sense. Galleria 2RC, Roma 1999.

 

Questo viaggio verso la dimensione dilatata dell'essere*

Il lavoro di Anton Roca mostra il suo carattere prolifico ed una sete insaziabile di conoscenza e di superamento. Il suo percorso artistico si nutre, negli ultimi vent'anni, da un atteggiamento intensamente riflessivo, perfettamente espresso nella sigla adottata dall'artista già nell'anno 1986: Mental Permanent Factory.
L'operato di Roca costituisce una profonda riflessione sull'identità del soggetto contemporaneo -una problematica che ha connotato in modo decisivo il pensiero occidentale degli ultimi due decenni e che trova nel progetto artistico di Anton Roca un luogo di grande rilievo-.
Da questa riflessione ne risulta una scrittura al tempo stesso ambiziosa e paradossale, intuitiva e rigorosa, concettuale e testimoniale che dipende da un gran controllo della materia nell'esprimere sia la bellezza della natura umana, sia l'inadeguatezza delle sue volubilità.

Lisanne Nadeau
*Dal testo del catalogo Être. Museu Salvador Vilaseca, Reus (CAT) 2003